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Reading: 67ª Stagione Sinfonica Orchestra “I Pomeriggi Musicali”
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Teatrionline > Blog > Senza categoria > 67ª Stagione Sinfonica Orchestra “I Pomeriggi Musicali”
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67ª Stagione Sinfonica Orchestra “I Pomeriggi Musicali”

Redazione
Ultima modifica: 8 Novembre 2011 11:57
Redazione
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1792
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2° Concerto

Giovedì 10 novembre ore 21

Sabato 12 novembre ore 17

Direttore Carlo De Martini

Tromba Gabriele Cassone

Tromba Luciano Marconcini

Orchestra I Pomeriggi Musicali

 

Vivaldi Concerto per due trombe e archi T 97 F IX n. 1

Haydn Concerto per tromba e orchestra Hob  VII:1

Haydn Marcia per la Reale Società dei Musicisti Hob VIII  3a

Mozart  Sinfonia n.20 in re maggiore  K 133

Un programma “classico”, fresco, agile e leggero condotto con la solita eleganza e spigliatezza da Carlo De Martini. Solisti Gabriele Cassone, nostra prima tromba negli anni ’90, e Luciano Marconcini nell’organico dei Pomeriggi dal

‘92, entrambi interpreti d’eccezione per un concerto da non perdere.

 

Guida all’ascolto di Margherita Senes

Nel 1790 Joseph Haydn si trova a Londra, su invito dell’impresario Johann Peter Salomon, dove si tratterrà fino al 1792, per poi tornarvi ancora nel 1794. I soggiorni londinesi regalano al compositore fama e ricchezza forse inaspettati: scrivono i giornali dell’epoca, dopo il primo concerto diretto dallo stesso Haydn al cembalo, «…egli dovrebbe essere omaggiato ed idolatrato al pari del nostro Shakespeare…».

Da quel momento non mancano inviti e ricevimenti in suo onore, tra i quali, nella primavera del 1791, quello della benemerita Società Reale dei Musicisti, alla quale dedica, in segno di ringraziamento, una marcia per grande orchestra (vi compaiono, oltre ai flauti e ai corni, i clarinetti e i fagotti con l’aggiunta delle trombe e le percussioni) rielaborazione di una precedente composizione per ensemble di fiati.

Pietra miliare della letteratura per tromba, il Concerto in mi b maggiore di Haydn rappresenta l’addio del maestro alla musica sinfonica; egli, infatti, dedicherà gli ultimi anni della sua lunga e feconda vita,  alla stesura delle sei messe in onore della principessa Maria Josepha Hermenegild, moglie di Nicolaus II Esterházy, e agli splendidi oratori  La Creazione (1798) e Le Stagioni (1801). Haydn compone il concerto per clarino, questo il nome della tromba usato in quel periodo, nel 1796, su richiesta dell’amico trombettista Anton Weidinger. Weidinger, infatti, sta curando la messa a punto di un nuovo tipo di tromba, la «organisierte Trompete», con un dispositivo di chiavi che consente la rapida esecuzione della scala cromatica, e ha bisogno di un’opera che valorizzi le nuove possibilità tecniche della sua invenzione.

La critica ha spesso messo in discussione il valore dei concerti solistici di Haydn, che sicuramente si sentiva più a suo agio con altri tipi di composizioni, ma in taluni casi, pensiamo ad esempio ai concerti per violoncello, la sua inesauribile vena creativa ci regala dei veri capolavori. Proprio questo è anche il caso del Concerto in Mi bemolle, nella classica forma tripartita, in cui Haydn affronta la stesura offrendo alla parte solista la possibilità di esprimere le sue capacità tecnico espressive a tuttotondo in un dialogo intenso e proficuo con l’orchestra.

La tromba è uno strumento musicale la cui origine affonda nella notte dei tempi. Conosciuta dai greci e dai romani nella sua forma allungata,  compare in numerose testimonianze iconografiche e per secoli il suo impiego si limita sia al mondo militare che alle occasioni di caccia e di rappresentanza, con un repertorio ben preciso di richiami e segnali. Le caratteristiche di queste trombe, dette naturali, infatti, non consentivano una gamma con molti suoni e pertanto il loro utilizzo in altri ambiti musicali risultava estremamente difficoltoso. È solo a partire dalla fine del XVI secolo che cresce l’interesse intorno alla tromba, sia attraverso la pubblicazione di trattati – tra i più antichi, “Tutta l’arte della trombetta” del 1614 ad opera del veronese Cesare Bendinelli – sia attraverso l’inserimento dello strumento all’interno di piccoli ensembles. Incomincia così una nuova stagione nella vita della  tromba, sia in Italia che all’estero, in cui conquisterà sempre maggiore spazio e una  propria letteratura in pari dignità con gli altri strumenti musicali. Vale la pena, a tal proposito, ricordare la celebre Toccata introduttiva all’Orfeo di Claudio Monteverdi per la fanfara di cinque trombe «… che si suona avanti il levar de la tela tre volte…». Ciò nondimeno, proprio per le sue caratteristiche morfologiche, e nonostante diversi tentativi di introdurre nuovi dispositivi in funzione di un miglioramento delle prestazioni dello strumento, fino a tutto il Settecento l’acquisizione di una buona tecnica da parte dei musicisti richiede un impegno e una capacità non comuni; la tromba moderna, infatti, vede la luce solo dopo il 1813, grazie all’invenzione dei pistoni ad opera dei tedeschi Stolzel e Blühmel, consentendo agli esecutori di eseguire l’intera scala cromatica agevolmente. In anni recenti, però, è maturato in molti musicisti l’interesse per la tromba naturale e il recupero della sua tecnica, permettendo agli appassionati di assaporare nuovamente antiche sonorità.

Bologna è sicuramente la capitale seicentesca della tromba in Italia, tuttavia anche a Venezia si viene a creare un cospicuo repertorio, soprattutto con l’inserimento della tromba nella musica sacra da parte di Giovanni Legrenzi, maestro di cappella della prestigiosa cappella di San Marco fino al 1692; una carica, questa, che verrà sempre negata ad Antonio Vivaldi. Il “prete rosso”, nella sua lunga carriera presso l’Ospedale della Pietà, uno degli orfanotrofi per fanciulle della Serenissima, compone quasi cinquecento concerti, dedicandoli ai più svariati strumenti musicali, ma in questa sterminata raccolta di musiche, solo una è dedicata alla tromba, o meglio, a due trombe. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un tipico concerto vivaldiano a struttura tripartita (allegro-adagio-allegro), che si caratterizza, nel primo e nel terzo movimento, per una simmetrica alternanza tra solisti e “tutti” orchestrale. La scrittura musicale, seguendo uno schema collaudato, affida alla prima tromba l’esposizione delle idee tematiche, che puntualmente vengono riprese e imitate dalla seconda, per poi essere accolte e riproposte dall’orchestra. Di estrema brevità, quasi lapidario, l’adagio, costruito su pochi accordi degli archi, che si dissolvono nella cadenza del primo violino.

Composta a Salisburgo nel luglio del 1772, la Sinfonia K.133 segna un momento di svolta nella produzione del giovane Mozart. Gli anni tra il 1770 e il 1773 trascorrono intensissimi tra i continui viaggi in Italia,  permettendo, tra l’altro, a Wolfgang di maturare una maggiore consapevolezza delle proprie eccezionali capacità, nonché di fargli desiderare fortemente più stimolanti prospettive per la sua carriera.

La nomina di Hieronymus Colloredo ad arcivescovo di Salisburgo non farà che accentuare sempre di più l’insofferenza del compositore verso gli obblighi della sua condizione di subalterno, anche se trascorreranno diversi anni prima che si compia la sospirata separazione definitiva.

Mozart, dunque, nell’estate del ’72, si appresta alla stesura della Sinfonia in Re maggiore in previsione di un imminente ritorno in Italia (per la rappresentazione milanese del Lucio Silla), e vien da pensare che prosegua nel solco delle ultime precedenti, maggiormente intrise di stilemi italiani; in realtà egli è animato da tempo da un rinnovato interesse per il repertorio strumentale tedesco, e per la musica di Haydn, in particolare, che lo conduce a cercare una maggiore armonia formale. Prende vita, così, una sinfonia risplendente di spirito tedesco, che guiderà Mozart verso una sempre maggiore cura per la strumentazione, la condotta delle parti e l’equilibrio tra i movimenti. La maturazione di questi principi, tra il 1773 e il 1774, produrrà i primi capolavori per orchestra, tra i quali sicuramente spicca la Sinfonia K. 183 in Sol minore , organizzata in una struttura formale di grande respiro e permeata dal piglio drammatico di matrice preromantica.

 

BIGLIETTIInteri

: Primo Settore (Platea dalla fila 1 alla 30) € 19,00
Secondo Settore (Platea dalla fila 31 alla 40) € 13,50
Balconata € 10,00

Ridotti : Primo Settore (Platea dalla fila 1 alla fila 30) € 15,00
Secondo Settore (Platea dalla fila 31 alla fila 40) € 11,50
Balconata € 8,50

 

INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO
Fondazione I Pomeriggi Musicali: Tel 02 87905201

www.ipomeriggi.it

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