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Teatrionline > Blog > Concerto > Concerti Brandeburghesi – Café Zimmermann
ConcertoMilano

Concerti Brandeburghesi – Café Zimmermann

Redazione
Ultima modifica: 19 Agosto 2024 13:31
Redazione
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Giovedì 22 agosto 2024, ore 20.30
Basilica di Santa Maria della Passione
Via Conservatorio 16, Milano
Johann Sebastian Bach
Concerti Brandeburghesi
Café Zimmermann
Pablo Valetti, violino e direzione

Il 22 agosto, ore 20.30, la Basilica di Santa Maria della Passione sarà palco di uno degli appuntamenti più significativi dell’intera stagione: I Concerti Brandeburghesi di Johann Sebastian Bach. Il programma, proposto da uno degli ensemble di musica barocca più affermati in Francia e in Europa, Café Zimmermann, porta in scena una delle pagine capolavoro assoluto del genere musicale antico, che trasfigurano il concerto barocco attraverso una compagine strumentale di straordinaria originalità e ricchezza.
Nella partitura manoscritta che nel 1721 Bach offre al margravio di Brandeburgo – probabilmente nella speranza, ahimè frustrata, di ottenere un incarico alle sue dipendenze –, il compositore definisce quelli che sarebbero poi divenuti noti, fino a tutt’oggi, come Concerti
brandeburghesi, «Six Concerts avec plusieurs Instruments». Nella scelta di ricorrere al francese, si può individuare un primo indizio dello spirito cosmopolita che anima la raccolta. Anzi, il ciclo: sebbene i singoli concerti che ne fanno parte, presi di per sé, si presentino come lavori del tutto autosufficienti, da una visione complessiva emerge come ognuno di essi costituisca anche il pannello di un quadro più ampio, concorra a formare un disegno unitario. Considerati nel lor  insieme, i Concerti brandeburghesi rappresentano infatti un campionario e al tempo stesso unasintesi, un superamento delle diverse concezioni, forme, della varietà di stili in cui s’incarna il genere del concerto. In altre parole, una sorta di biglietto da visita, di portfolio per mezzo del quale il compositore dà prova della propria competenza nel maneggiare le diverse forme, nel trattare i diversi stili, nel combinare e manipolare le une e gli altri.
E, proprio in apertura, Bach colloca un lavoro dalla struttura composita: una sorta di ibrido tra la forma del concerto e quella della suite, che appaiono tuttavia saldate in una struttura dal carattere marcatamente unitario, coeso. La compagine strumentale schiera l’organico più ampio e vario di tutta la serie: un violino piccolo, più agile e dotato di maggiori possibilità polifoniche grazie alle dimensioni ridotte, e poi tre oboi, un fagotto, due corni da caccia, impiegati ora in un  ricco gioco d’incastri polifonici, ora come protagonisti di episodi solistici o isolati in formazioni più piccole.
Un sottile gioco di equilibri regola l’impianto del secondo Concerto, che schiera un gruppo di solisti stranamente assortito: violino, flauto diritto, oboe e tromba danno vita nel primo movimento a un sorprendente lavorìo d’intrecci e sovrapposizioni, per lasciare poi il posto, nel
secondo, a una melopea di dolente espressività. L’ultimo tempo vede la tromba farsi largo tra gli altri strumenti per assumere la guida del discorso musicale, lanciandolo al galoppo in una cavalcata festosa e liberatoria.
Una marcata componente simbolica, legata al numero tre, informa il lavoro successivo: terzo concerto della serie, dall’articolazione tripartita, presenta un organico suddiviso in tre gruppi strumentali principali: violini, viole, violoncelli, cui s’aggiunge il basso continuo – che a loro volta comprendono tre parti. E non solo: a livello della scrittura, uno schema ternario regola l’avvicendarsi degli episodi, la costruzione delle frasi, l’incastro delle parti. Lo stile appare modellato sulle caratteristiche della scuola veneziana più aggiornata, facendone propri i tratti di trasparenza, leggerezza, agilità, vivacità ritmica per concentrarli e portarli all’estremo: ne risulta un
effetto d’incontenibile, sfrenata vitalità.
Il quarto Concerto combina la struttura e il carattere di spiccato virtuosismo propri dello stile italiano con una piena padronanza dei procedimenti imitativi tipici delle scuole del nord Europa: i primi due movimenti, di taglio più tradizionale, sfociano nel terzo in una grande, complessa fuga. Il violino impiegato in veste di solista è affiancato da una coppia di flauti, impiegati – specialmente nel secondo tempo – per produrre un suggestivo effetto d’eco. Sono lo stile, il gusto, la sensiblerie francesi a far da riferimento al quinto Concerto. A
partire dal terzetto di solisti costituito da flauto, violino e clavicembalo, che richiama le analoghe formazioni strumentali diffuse in terra di Francia, per giungere alla scrittura morbidamente sfumata, incline all’espressività melanconica, per passare dall’impiego di indicazioni come l’Affettuoso del secondo movimento. E dallo spazio dato alla parte del clavicembalo, che nel movimento iniziale si ritaglia di fatto un ruolo da protagonista assoluto: confinati i due comprimari in posizione subordinata, lo strumento a tastiera si avventura in una cadenza visionaria, spingendosi ai confini del linguaggio, della forma musicale.
Una scrittura severa, ma al tempo stesso pervasa di cantabilità, caratterizza il sesto Concerto. Questo si presenta come una sorta di versione speculare del terzo. Alla modernità, ai colori chiari e brillanti dell’altro lavoro, si contrappongono qui il recupero di forme e modi espressivi del passato, una tavolozza timbrica virata sulle tinte più scure: richiamando l’antico consort di viole, l’organico schiera infatti due viole da braccio, due viole da gamba, violoncello, violone e basso continuo. Una rievocazione del passato? No. Nel corso della composizione si assiste al progressivo emanciparsi del più moderno violoncello a discapito delle viole da gamba: come a suggellare il ciclo dei Brandeburghesi ripercorrendo la storia dell’evoluzione strumentale, e insieme di tutto un genere, quello del concerto.

Luca Rossetto Casel

INFORMAZIONI

Associazione Culturale La Cappella Musicale
via Vincenzo Bellini 2 – 20122 Milano
tel 02.76317176 | 3477248915
e-mail mail@lacappellamusicale.com
sito www.milanoartemusica.com
BIGLIETTI

Intero: posto unico numerato 15 euro
Ridotto*: posto unico numerato 12 euro
Posti Gold (prime file della Basilica di S. Maria della Passione)
Intero: posto unico numerato 20 euro
Ridotto*: posto unico numerato 15 euro
Under12: ingresso gratuito
Biglietto sospeso: regala un biglietto! Sarà destinato agli utenti dei servizi sociali del Comune di Milano
*Biglietto Ridotto: destinato a Under26, Gruppi di minimo 10 persone
Concerto in Abbonamento
Abbonamento MAM
Abbonamento MAM Grandi Concerti
Abbonamento MAM 5 Concerti
Punti vendita:
sul posto, secondo disponibilità, 40 minuti prima di ogni concerto online (con diritto di prevendita): Circuito Vivaticket www.vivaticket.it
presso Associazione Culturale La Cappella Musicale (via Vincenzo Bellini, 2)
Lunedì dalle 15.00 alle 18.00
Mercoledì dalle 10.00 alle 13.00
È fortemente consigliato l’acquisto in prevendita
SEDE
Basilica di Santa Maria della Passione – Via Conservatorio 16
MM San Babila, tram 9, 19, bus 54, 61, 94
PROGRAMMA
Johann Sebastian Bach Concerto n. 4 in Sol maggiore, BWV 1049 (1685 – 1750) Allegro, Andante, Presto

Concerto n. 6 in Si b maggiore, BWV 1051
Senza indicazione di tempo, Adagio ma non tanto, Allegro Concerto n. 1 in Fa maggiore, BWV 1046

Senza indicazione di tempo, Adagio, Allegro, Minuetto, Trio (Menuet repetatur), Polonaise (Menuet repetatur), Trio (Menuet repetatur et
claudatur)

***

Concerto n. 5 in Re maggiore, BWV 1050
Allegro, Affettuoso, Allegro
Concerto n. 3 in Sol maggiore, BWV 1048
Senza indicazione di tempo, Adagio, Allegro
Concerto n. 2 in Fa maggiore, BWV 1047
Senza indicazione di tempo, Andante, Allegro assai

BIOGRAFIA
Fondato nel 1999 e in residenza al Grand Théâtre de Provence, Café Zimmermann è uno degli ensemble di musica barocca più affermati in Francia e in Europa. L’ensemble riunisce musicisti che vogliono ricreare l’atmosfera che si respirava nel XIX secolo nel caffè di Gottfried Zimmermann a Lipsia. Café Zimmermann collabora con artisti del calibro di Sophie Karthäuser, Emöke Barath, Giuliano Carmignola, Rupert Charlesworth, Lorenzo Coppola, Damien Guillon e dei cori Vox Luminis e Accentus. Si esibisce regolarmente in tournée internazionali: Europa, Giappone, Stati Uniti, Cina, Sud America. Gli album di Café Zimmermann, soprattutto quelli di Bach, sono
acclamati dalla critica e premiati con diversi Diapason d’Or e Chocs de Classica. Per il suo 20° anniversario, Alpha Classics ha rilasciato un cofanetto contenente tutta la discografia dell’ensemble. Young & Foolish with Alexander Melnikov è l’ultima registrazione uscita il 21 giugno 2024. violini Pablo Valetti, David Plantier, Margherita Pupulin, Éva Posvanecz,

Catherine van de Geest, Mauro Lopes Ferreira alti Mauro Lopes Ferreira, Bernadette Verhagen, Nuria Pujolras violoncelli e viole da gamba Etienne Mangot, Sophie Lamberbourg contrabbasso Michael Chanu clavicembalo Céline Frisch oboi Emmanuel Laporte, Rodrigo Gutierrez, Jon Olaberria fagotto Laurent Le Chenadec tromba Gabriele Cassone corni Gerard Serrano, Jorge Fuentes flauto Michael Form
flauto e flauto traverso Karel Valter direzione Pablo Valetti

Nato in Argentina, Pablo Valetti ha studiato violino moderno a Buenos Aires, prima di specializzarsi in musica antica alla Schola Cantorum di Basilea. Trasferitosi in Francia nei primi anni 2000 e residente a Nizza, si è regolarmente esibito come solista e primo violino con i principali ensemble e orchestre barocche su palcoscenici internazionali: Les Arts Florissants, Le Concert des Nations, Concerto Koln, Hesperion XX, ecc.  Oltre alla sua attività come solista, è stato regolarmente invitato a dirigere l’Orquestra Barroca di
Siviglia e si è dedicato all’insegnamento presso l’Escola Superior de Musica de Catalunya di Barcellona e il Conservatorio di Nizza. Da quando ha fondato Café Zimmermann nel 1999, si dedica interamente ai progetti artistici e allo sviluppo dell’ensemble.
Suona un violino Giovanni Battista Guadagnini del 1758.

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