Teatro Aldo Giuffré, Battipaglia, 8 dicembre 2024
“L’Avaro Immaginario: Tradizione, Talento e Qualche Ombra”
Oggi, 8 dicembre 2024, ho avuto l’opportunità di assistere a L’Avaro Immaginario, un brillante adattamento diretto da Enzo De Caro e interpretato dagli attori della “Compagnia di Luigi De Filippo”, andato in scena al Teatro Aldo Giuffrè di Battipaglia (SA). Questo spettacolo, che intreccia l’eredità di Molière e quella dei fratelli De Filippo, ha offerto al pubblico un’esperienza ricca di emozioni e spunti di riflessione, pur con qualche piccola imperfezione. L’Avaro Immaginario racconta il viaggio di Oreste Bruno, un teatrante di Nola, e della sua famiglia-compagnia, una tipica “carretta dei comici” che attraversa città e mercati in fuga dalla peste e alla ricerca di un sogno: raggiungere Parigi, il teatro, e il genio di Molière. Durante il loro percorso, il carretto si trasforma in un palcoscenico per portare in scena le opere di Molière, tra cui L’Avaro e Il Malato Immaginario, adattate ai luoghi e agli spettatori. Tra incontri sorprendenti, difficoltà e un legame immaginario con Molière, la compagnia celebra il teatro come specchio della vita, dove “tutto è finto, ma niente è falso”. Enzo De Caro, Nunzia Schiano, Luigi Bignone, Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Massimo Pagano, Fabiana Russo e Ingrid Sansone hanno offerto una performance collettiva straordinaria. Nunzia Schiano si è confermata una straordinaria interprete, regalando una performance intensa e ricca di sfumature. Gli altri membri della compagnia hanno dimostrato grande talento e versatilità, distinguendosi non solo nella recitazione, ma anche nel canto e nella musica dal vivo, che hanno arricchito l’atmosfera dello spettacolo. Una menzione speciale va all’attore che interpretava la parte dell’attore muto, che ha spiccato per la sua straordinaria capacità di comunicare attraverso il linguaggio del corpo e le espressioni, catturando l’attenzione del pubblico in ogni scena. La regia di Enzo De Caro ha trovato un buon equilibrio tra rispetto della tradizione e modernità, ma avrebbe potuto spingere di più in alcuni momenti per dare maggiore incisività a certi passaggi narrativi. La scenografia, pur essendo di grande ricerca e funzionalità, ha presentato alcune criticità. Il posizionamento in alcuni punti finali dello spettacolo ha penalizzato la visibilità per una parte del pubblico, rendendo difficile seguire alcune situazioni sceniche fondamentali. Questo elemento ha influenzato in parte l’esperienza complessiva. I costumi, curati nei minimi dettagli e ricchi di ricercatezza, hanno contribuito a ricreare l’atmosfera del Seicento, aggiungendo un ulteriore tocco di eleganza allo spettacolo. Il pubblico ha reagito positivamente allo spettacolo, con risate spontanee nei momenti più comici e un caloroso applauso finale che ha dimostrato l’apprezzamento generale. Nonostante alcune difficoltà tecniche, l’entusiasmo in sala ha confermato la forza emotiva dello spettacolo. L’Avaro Immaginario è stato uno spettacolo ricco di talento e passione, capace di onorare l’eredità di Molière e i De Filippo con originalità e rispetto. Pur con qualche imperfezione nella regia e nella gestione della scenografia, l’opera ha saputo coinvolgere e commuovere il pubblico, confermandosi un omaggio sincero alla grande tradizione teatrale.
Emiliano Piemonte