All’interno della Stagione del Teatro Stabile di Torino va in scena una nuova produzione del Teatro Stabile di Torino, La forma delle cose di Neil LaBute, drammaturgo statunitense, messo in scena in Italia solo da Marcello Cotugno e da Fabrizio Arcuri. In questa produzione del Teatro Stabile di Torino la regia è firmata dalla giovane, ma esperta, Marta Cortellazzo Wiel, che ritorna al Teatro Gobetti dopo la messa in scena di A casa allo zoo di Edward Albee nel 2022, con quasi tutto lo stesso cast visto in quell’occasione. La forma delle cose ha avuto una storia particolare. Nel 2000, LaBute fu uno dei tre scrittori incaricati dal New York Times di elaborare un adattamento del romanzo Estate di Edith Wharton. Il risultato si è trasformato essenzialmente nella scena iniziale di questo lavoro, anche se con i ruoli di genere invertiti. L’opera debuttò a Londra, al Teatro Almeida, per poi essere riproposta a New York con lo stesso cast. Una versione televisiva divenne rapidamente un film commerciale, quando una casa cinematografica offrì a LaBute piena libertà d’azione. La drammaturgia si focalizza su Evelyn, un’artista che ama solo l ‘arte vera, che incontra per caso Adams, custode di un museo di una piccola cittadina degli USA, quando è intenta a disegnare con lo spray un pene su una statua raffigurante Dio, cui avevano applicato delle foglie di fico in gesso per nasconderne il sesso, ritenuto troppo realistico. E’ da questo incontro che si deflagra il vortice di rotture, contrasti, confronti e incomprensioni in cui sono coinvolti Evelyn ed Adams ed una coppia di loro amici, in procinto di sposarsi. Lentamente Evelyn inizia a mettere in atto una strategia di trasformazione di Adams, facendogli perdere peso, modificando il suo taglio di capelli, il suo vestiario, il suo modo di pensare, fino a chiedergli di troncare i rapporti con i suoi amici. E’ solo alla fine, quindi, che scopriamo da dove deriva questo suo piano, quest’azione di lenta e sottile manipolazione, sottolineata in scena da pareti di specchio, un pianoforte nel centro del palco e quasi nessun altro oggetto. Uno spettacolo la cui regia si poggia sul ritmo e sulla qualità interpretative del cast affiatato e presente e sulla capacità di gestire presenza e assenza, tempi e spazi, silenzi e pieni in modi sempre nuovi e inaspettati.
Visto l’11 gennaio 2025
Teatro Gobetti – Torino
La forma delle cose
di Neil LaBute
traduzione Masolino D’Amico
con Christian di Filippo, Celeste Gugliandolo, Marcello Spinetta, Beatrice Vecchione.
regia Marta Cortellazzo Wiel
scene e costumi Anna Varaldo
luci Alessandro Verazzi
suono Filippo Conti
Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale