Francesco d’Assisi è un impulso costante che da anni ci insegue, si segnala a noi, ci segna
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CASADEGLI ALFIERI inizia così il racconto della sua nuova produzione, una piece di teatro e danza “intorno” a Francesco, tappa di riflessione sull’attualità del messaggio francescano, per riparlare di futuro e di regole, di cammini e di gesti, e perché no? di economia e di rivoluzione.
Spirito vagabondo, vicino ai vangeli e ai passeri; cantore della piccolezza, asceta senza tristezza, innamorato di madonna Povertà. La sua vicenda umana diviene in scena storia da anni Sessanta, del boom economico e di un’Italia che si trasforma, un modo per restituire in maniera più diretta l’importanza di Francesco per il mondo odierno, per affermare che egli “è ancora qui, tra noi”, fisicamente, nel pensiero e nell’azione di tante persone che hanno oggi i suoi stessi principi e comportamenti.
I personaggi dello spettacolo sono due uomini “on the road” di quegli anni e una donna esile e forte al loro fianco o nelle loro fantasticherie. Non hanno una precisa identità, potrebbero essere dei musicisti erranti o dei profughi, dei “sans papiers”: degli individui in bilico, come tutto il precario di oggetti, gesti e sentimenti che portano con sé. Come Francesco che vestiva di niente, si nutriva di poco e parlava con la verità del corpo e della poesia, così gli attori lavorano su tracce e segni naïf, di danza e musica, di parole e silenzio, scortati da una fragile scenografia e da ballate sensitive firmate da Bob Dylan e Leonard Cohen.
“Ospiti stranieri e pellegrini”, lo status dei personaggi in scena, creature che inventano se stesse in una situazione limite, di attesa e meraviglia, conservando la voglia di stupire, nel tentativo di portare al pubblico in modo diretto e forte un messaggio e la forza che questo, soprattutto oggi, può esprimere in una società confusa e poco incline all’immaginazione.