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Teatrionline > Blog > Opera > La “Giovanna D’Arco” inaugura la stagione lirica
OperaParma

La “Giovanna D’Arco” inaugura la stagione lirica

Vito Fabio
Ultima modifica: 21 Gennaio 2025 10:53
Vito Fabio
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Il dramma in tre atti di Giuseppe Verdi per la prima volta Emma Dante firma la regia di questo nuovo allestimento

Contents
Il dramma in tre atti di Giuseppe Verdi per la prima volta Emma Dante firma la regia di questo nuovo allestimentoPROVA UNDER30 E PROVA APERTALA CAMPAGNA DI MEDIASET PER IL TEATRO REGIO DI PARMAPARTNER E SPONSORBIGLIETTERIA DEL TEATRO REGIO DI PARMA
Giuseppe Verdi torna in Stagione, nella nuova produzione firmata da Emma Dante. Michele Gamba dirige l’opera per la prima volta, presentata nell’edizione critica di Alberto Rizzuti, sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini e del Coro del Teatro Regio di Parma, preparato da Martino Faggiani. Protagonisti Luciano Ganci, Nino Machaidze, Ariunbaatar Ganbaatar, Francesco Congiu, Krzysztof Bączyk.

Teatro Regio di Parma

24, 26, 30 gennaio, 1 febbraio 2025

La stagione lirica del Teatro Regio di Parma inaugura nel nome di Giuseppe Verdi con Giovanna d’Arco, dramma lirico in tre atti su libretto di Temistocle Solera, da Die Jungfrau von Orléans di Friedrich Schiller, che debutta venerdì 24 gennaio 2025 ore 20.00 (recite domenica 26 ore 15.30, giovedì 30 gennaio e sabato 1 febbraio, ore 20.00).

Per la prima volta al Regio, Emma Dante firma la regia di questo nuovo allestimento realizzato nei laboratori e con le maestranze del Teatro Regio di Parma con le scene di Carmine Maringola, i costumi di Vanessa Sannino, le luci di Luigi Biondi, le coreografie di Manuela Lo Sicco.

Michele Gamba, al suo debutto al Teatro Regio, dirige l’opera per la prima volta, che è eseguita nell’edizione critica a cura di Alberto Rizzuti, sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini e del Coro del Teatro Regio di Parma preparato da Martino Faggiani. Protagonisti Luciano Ganci (Carlo VII), Nino Machaidze (Giovanna), Ariunbaatar Ganbaatar (Giacomo), Francesco Congiu (Delil, già Allievo dell’Accademia Verdiana), Krzysztof Bączyk (Talbot, al debutto nel ruolo).

PROVA UNDER30 E PROVA APERTA

Nei giorni che precedono il debutto, sono aperte al pubblico la prova riservata agli under30 lunedì 20 gennaio ore 20.00, con al termine aftershow con aperitivo e dj set nelle sale del Ridotto e la prova aperta al pubblico mercoledì 22 gennaio ore 20.00.

RADIO TRE E OPERAVISION

L’opera sarà prossimamente trasmessa su Radio Tre e su Operavision.eu, la piattaforma streaming gratuita di Opera Europa supportata dal programma dell’Unione Europea Creative Europe, nata con l’intento di creare una community internazionale di spettatori da ogni parte del mondo. L’opera, con sottotitoli in italiano e in inglese, resterà disponibile sulla piattaforma peri 6 mesi successivi dalla messa in onda.

LA CAMPAGNA DI MEDIASET PER IL TEATRO REGIO DI PARMA

Mediaset, da sempre Media Partner del Festival Verdi, rinnova da quest’anno la sua attenzione a tutta la Stagione del Teatro Regio di Parma, con una campagna televisiva con la quale contribuisce in modo straordinario alla sua promozione.

PARTNER E SPONSOR

La Stagione del Teatro Regio di Parma è realizzata grazie al contributo di Comune di Parma, Ministero della Cultura, Reggio Parma Festival, Regione Emilia-Romagna. Major partner Fondazione Cariparma. Main partner Chiesi. Cultural partner Crédit Agricole. Media partner Mediaset. Main sponsor Iren, Barilla. Sponsor Agugiaro e Figna, CePIM, Grasselli, Parmacotto, Opem, GHC, Poliambulatorio Dalla Rosa Prati, Drill Pac, Rainieri, Glove ICT, Amoretti. Security partner Metronotte. Educational partner Parmalat. Wine partner Oinoe. Mobility partner Tep. Radio Ufficiale Radio Monte Carlo. Fair Play partner Zebre. Con il contributo di Ascom Confcommercio Parma Fondazione, Ascom Parma Confcommercio, Camera di Commercio dell’Emilia, Fondazione Monteparma. Legal counselling Villa&Partners. Con il supporto di “Parma, io cisto!”. Sostenitori tecnici De Simoni, Teamwork, Graphital. Partner artistici e istituzionali Casa della Musica, Coro del Teatro Regio di Parma, Conservatorio “Arrigo Boito”, Società dei Concerti di Parma, Fondazione Teatro Comunale di Bologna, La Toscanini. Il Teatro Regio di Parma a deriscea Fedora, Opera Europa, Operavision, Emilia taste, nature, culture.

BIGLIETTERIA DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Biglietti da 10 a 110 euro. Agevolazioni e riduzioni sono rivolte a Under30,famiglie, lavoratori, neomaggiorenni, studenti e docenti, studenti universitari, gruppi, aziende.

Strada Giuseppe Garibaldi, 16/A 43121 Parma Tel. +39 0521 203999 biglietteria@teatroregioparma.it

I biglietti sono disponibili online su www.teatroregioparma.it, senza costi di commissione.

Orari di apertura: la Biglietteria del Teatro Regio di Parma è aperta da martedì a sabato dalle 10.00 alle 13.00, il mercoledì e il venerdì dalle 16.00 alle 18.00e un’ora e mezza prima dello spettacolo. In caso di spettacolo nei giorni di chiusura, da un’ora e mezza prima dello spettacolo. Chiuso il lunedì, la domenica e i giorni festivi.

Il pagamento presso la Biglietteria del Teatro Regio di Parma può essere effettuato con denaro contante in Euro, con assegno circolare non trasferibile intestato a Fondazione Teatro Regio di Parma, con Pago Bancomat, con carte di credito Visa, Cartasi, Diners, Mastercard, American Express.

“Prima delle cinque opere di Verdi dedicate nel titolo ad un personaggio femminile e primo contatto di Verdi con Schiller – scrive Alessio Vlad, Direttore artistico del Teatro Regio. Opera affascinante e molto particolare per la capacità di far convivere elementi tra loro contrastanti: mondo terreno e mondo ultraterreno, sacro e demoniaco, serenità bucolica e violenza della guerra, rivalse patriottiche e vicende affettive; tutto dominato, poi, dal quel contrasto tra padre e figlia presente in tutta la produzione verdiana e che nel Lear di Shakespeare troverà sempre un ideale punto di riferimento. È un’opera, quindi, che si caratterizza innanzitutto nell’esistenza di contrasti, dove la protagonista è una donna che diventa simbolo, quando, con forza, affronta un conflitto in cui si scindono valori diversi e contrastanti a partire da quello tra il corpo e lo spirito. Conflitto teatralmente rappresentato dalla presenza  di quel mondo sovrannaturale abitato da angeli e demoni e dal confronto che questi hanno con le vicende terrene, e viceversa. Sotto questo punto di vista è un’opera sorprendente, non convenzionale, che cerca una sua dimensione, tutta a sé nella produzione verdiana, dove la musica riesce a combinare tanti elementi diversi definendoli in una sintesi compiuta. Musica trascinante, fin dalla celebre ouverture, e coinvolgente nel dare raffigurazione ai rapporti umani pervasi e circondati da un sentito afflato patriottico”.

“Di non frequente esecuzione, ripropone, in modo differente, ma complementare, alcuni dei temi trattati nell’ultimo Festival Verdi, dedicato al rapporto nelle opere verdiane con il potere e la storia, e ne anticipa altri che invece saranno affrontati nel prossimo Festival dedicato al rapporto che Verdi ha avuto con Shakespeare, autore, quest’ultimo, che, come pochi altri, ha saputo affrontare la descrizione del legame tra mondo fantastico e mondo reale, del rapporto tra padre e figlia e tra storia e vicende private”.

“Nuovo allestimento del Teatro Regio affidato ad una delle più interessanti e famose protagoniste del teatro di oggi: Emma Dante. Regista di teatro, di opera e di cinema, pluripremiata, amata, discussa, con un notevole senso visivo e grande personalità, punto di riferimento di un teatro che nello studio e nello scavo della tradizione trova tutti gli elementi e gli spunti per dire sempre qualcosa di nuovo, riuscendo sempre a proiettarli nella contemporaneità. Ogni volta in cui si è accostata al teatro musicale ha voluto sempre essere fedele e rispettosa della volontà drammaturgica dell’autore, senza mai però perdere di vista l’analisi e l’approfondimento dei temi a lei più cari come le relazioni familiari, il rapporto tra la vita e la morte, i contrasti sociali, la dissacrazione del potere: tutti temi che Verdi ha affrontato in tutte le sue opere a cominciare proprio da Giovanna d’Arco”.

“Il direttore d’orchestra Michele Gamba, debutta con quest’opera al Teatro Regio.

È uno dei più interessanti e soprattutto poliedrici direttori della nuova generazione. Dirige abitualmente nei più importanti Teatri del mondo e collabora con i migliori complessi orchestrali con una costante curiosità verso i titoli meno frequentati del repertorio e verso i nuovi linguaggi della musica”.

“Più esploravo la partitura di Giovanna d’Arco, – scrive Michele Gamba – più mi affascinava il fatto di poter verificare sempre meglio come il Verdi giovane non sia un musicista rude e grezzo come si è considerato per molto tempo, ma riveli raffinatezze d’impasti e interesse per il colore armonico. E poi mi coinvolge molto la componente del misticismo in questa fase della carriera verdiana. Mi sembra davvero che Verdi si dimostri qui consapevolissimo di quello che stava facendo e nel pieno controllo dei propri mezzi espressivi. Voglio dire che, a dispetto delle idee diffuse sulla musica teatrale di Verdi degli anni Quaranta e a dispetto dei personaggi e dell’ambientazione, qui siamo di fronte a un’opera che potremmo definire cameristica. E sembra proprio che Verdi abbia fatto di tutto perseguire con coerenza questa scelta. […] Devo dire che, oltretutto parlando aldi fuori di ogni mia convinzione personale, trovo molto affascinante in Giovanna d’Arco la presenza dell’elemento sacro, che qui si tinge proprio di delirio mistico, e mi sforzo di farlo emergere nella rilettura musicale. Mi incuriosisce anche molto dal punto di vista del percorso personale di Verdi, del suo punto di vista umano, mi sforzo di entrare nella sua testa e nel periodo che viveva durante la composizione di quest’opera, che porta alla rottura con la Scala. Oltretutto nel contesto di quest’opera così intimistica questo aspetto risulta del tutto particolare, e non voglio correre il rischio che venga risucchiato in una dose eccessiva di piglio marziale. […] Insomma Giovanna d’Arco mi ha convinto decisamente sulla necessità di uno sforzo per riscoprire le finezze di scritture del Verdi giovane, che è un lavoro paziente e affascinante: in fondo a suonare un “forte” siamo capaci tutti, trovare un colore e sostenerlo è meno semplice, ma molto più intrigante”.

“Nella mia idea di messa in scena dalle ferite nascono i fiori, – scrive Emma Dante – già nell’overture, infatti, i soldati francesi torneranno dalla guerra mutilati ma fioriti. Alcuni senza una gamba, altri senza un braccio, ma nei punti del corpo in cui sono feriti sbocceranno i fiori. Per tutta la sinfonia iniziale sfilerà un’umanità devastata dalla guerra e dopo che i soldati si strapperanno di dosso la divisa rimanendo a torso nudo, lentamente si accasceranno, attirati dal mucchio di cadaveri, uno sopra l’altro. Una preghiera accoglierà le loro anime, e una volta liberati dalle  bende insanguinate, i corpi verranno lavati e ricomposti in una piccola processione funebre da cui affiora una Madonnina mitragliata, dai cui fori uscirà la luce. Dal mucchio dei cadaveri nascerà il grande albero dove il re deporrà le armi, dopo aver sognato la Vergine che gli ordina di abdicare. Il grande albero pieno di rami e radici accoglierà il sogno di Giovanna”.

“La pulzella d’Orléans è ‘diversa’ da tutti e da tutte, ha visioni mistiche, sente le voci, sogna in maniera forsennata. Forse è pazza, forse è una santa ispirata dal cielo, forse è una strega succube degli spiriti malvagi, ma certamente è una donna eccezionale. Un’eccellenza nel suo genere. Indagheremo la sua inquietudine interiore, la sua schizofrenia che la porta ad essere angelica e diabolica allo stesso tempo. La sua lotta per liberare la Francia dagli invasori inglesi è solo un pretesto per aprire un varco tra la fiamma del suo misticismo e il fuoco dell’inferno. Giovanna è posseduta dalle voci e dagli spiriti, è un’anima tormentata, non ha requie. Pur essendo amata dal re, lei non ricambia con amore terreno, lei ama il celestiale, il divino, e forse è attratta dagli inferi. Gli spiriti del bene e gli spiriti del male saranno i suoi compagni di viaggio. Le taglieranno i capelli e l’armeranno, incitandola alla guerra. Giovanna è una donna che sfida con coraggio le convenzioni sociali fino al sacrificio della vita. Alla fine del dramma l’eroina sguaina la spada e corre verso di noi, seguita da un cavallo bianco con un gigantesco drappo bianco macchiato di sangue”.

“Giovanna non sceglie la vita, non vi è salvezza in lei, e quando il re apprende la notizia della sua morte, per metterne in risalto la bellezza, chiede al popolo di riempirle la bara di fiori. Per un attimo Giovanna resuscita e sventola la bandiera in segno di patriottismo, poi ricade esanime nella sua tomba di fiori”.

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