Marina Pratici (Viareggio, 1961) è docente, poetessa, critico letterario e saggista, un simbolo della cultura internazionale dalla vocazione sinfoniale. Dopo il Liceo Classico, ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza e, a seguire, la Laurea in Lettere con indirizzo in Critica Letteraria, perfezionata con il Master Teorie critiche comparate. Conferenziere, tiene sistematicamente convegni e seminari presso Università italiane e straniere e masterclass negli ambiti di Festival Internazionali. Per l’intensa attività culturale, ha ricevuto diciotto Premi alla Carriera, sedici Premi alla Cultura, l’Onorificenza di Ufficiale della Repubblica Italiana, la Medaglia della Presidenza del Senato della Repubblica Italiana per il contrasto alla violenza dì genere, la Targa del Consiglio della Regione Toscana per alti meriti culturali, la Medaglia di S.S. Papa Benedetto XVI per la tutela dei Diritti Umani, la Distinzione Alessandro Magno ad Atene, quella di Dama della Cultura Europea Unesco a Parigi ed è stata candidata al Nobel per la letteratura. È Presidente Onoraria dell’Union Mundial de Poetas por la Paz y la Libertad e Presidente dei Premi Internazionali promossi da CIESART, Associazione mondiale supportata dall’UNESCO. È fondatrice e presidente di prestigiosi Premi Letterari ed è stata Madrina d’Onore di importanti eventi nazionali e internazionali, quali l’esposizione di Artisti Ecuadoriani a Roma con l’alto Patrocinio Consolato dell’Ecuador e dell’associazione culturale Rette parallele. Ha collaborato con Avvenire, Toscana Oggi e con prestigiose riviste di critica letteraria, quali I fiori del male, collaborando alla stesura di più edizioni dell’Enciclopedia degli Autori Italiani. Ha pubblicato diciotto raccolte di poesia, una raccolta di racconti, un romanzo tradotto in cinque lingue, venticinque saggi in dotazione a più Atenei, con ilfiglio, Dottor Francesco Galeazzi, il saggio ‘L’eco lunga dell’ironia’ (Edizioni Helicon) e con il magistrato Jacqueline Monica Magi e la psicoterapeuta Anna Massi il saggio ‘Bambine negate’ tematizzato sulla violenza di genere nell’infanzia. Tutte le opere sono state tradotte in più lingue e presentate in tour mondiali, le ultime sono in distribuzione e diffusione bibliotecaria e libraria in USA e in più Paesi dell’America del Sud e dell’Europa. Il saggio ‘La vocazione sinfoniale’ è stato inoltre presentato all’Istituto Italiano di Cultura a Praga e oggetto di più seminari. Il saggio ‘Fotologia dell’ombra’ è stato presentato presso il Centro James Joyce a Dublino. Il saggio ‘Le Sagittabonde’ è stato presentato all’Università di Città del Messico- Messico. Ha all’attivo più di trecento pubblicazioni critico-letterarie. Si potrebbe aggiungere molto altro. Ma lasciamo che siano le sue parole a raccontarci qualcosa in più. –
– Ci vuoi raccontare di cosa parla il tuo ultimo lavoro letterario?
– La mia ultima pubblicazione, il mio ultimo libro, che poi è il ventiseiesimo libro, si tratta de Il liuto di Baschenis. Piccoli saggi polverosi editato da edizioni Helicon di Arezzo. È una raccolta di saggi che tocca tanti protagonisti della letteratura universale. Mi viene in mente da Fogazzaro a Wilde, da Hoffmann a Pirandello, da Eliot a Ungaretti, da Swift a Proust insomma grandi protagonisti che hanno lasciato un segno profondo nella storia della letteratura, che sono diventati anche forti punti di riferimento per chi scrive. Questi saggi nascono da relazioni in sede universitaria o in altre sedi, quindi sono atti di congresso se così vogliamo dire che ho fra virgolette ammorbidito, rendendoli più arrivanti e togliendo magari un certo uso aggettivale un po’ troppo di nicchia, un po’ troppo tecnico diciamo, anche ostico ai più. Quindi è una raccolta di saggi polverosi questo perché Evaristo Baschenis, pittore incomparabile, è il primo grande protagonista dell’arte pittorica che porta la polvere e quindi l’imperfezione nell’arte. Ecco che questi grandi autori sono tutti autori che hanno portato l’imperfezione quale graffio connotante Mi viene in mente Pirandello, che ci svela un uomo ricco di imperfezioni e per questo umanissimo e per questo vicino a quella che è la realtà, perché la realtà è fatta di polvere. È fatta di imperfezioni. È fatta di incrinature. È fatta di sbavature.
– C’è un altro libro a cui sei particolarmente legata, anche non tuo? E perché?
Un altro libro a cui sono particolarmente legata è una delle mie ultime pubblicazioni. Anche questo è un saggio nato in sede congressuale, da una masterclass rivolti ai liceali di alcuni istituti nel comprensorio napoletano, parlo dell’opera Nel segno di Erode. Diritti dei minori o diritti minori? sempre editato da Helicon Edizioni di Arezzo. Mi è molto caro perché c’è una storia dei diritti minorili, quei diritti che vengono oggi più che mai traditi, senza fare i classici discorsi retorici della guerra che vede la morte di tanti innocenti, ma vede anche la perdita di tante innocenze. Ce ne sono anche altri insidiosissimi e silenziati. Talora stragi di minori, quella della prostituzione minorile, una situazione inaccettabile e tutto quello che è correlato alla prostituzione minorile ovvero la pedopornografia, l’utilizzo dei minori negli ambiti dell’industria fotografica filmica e altro grande dramma del quale non si parla, ossia l’utilizzo dei minori nei conflitti armati Vorrei però citare un altro libro che è stato sempre presente nella mia vita e che ha un significato potente forte profondissimo per me che è il Piccolo Principe. Il Piccolo Principe è un libro che ha sempre girato in casa mia. Io vengo da una famiglia di insaziabili lettori e mia madre era una lettrice ossessiva ossessionante nel senso che poi ci raccontava ogni libro letto ed il piccolo principe è anche il primo libro che ho regalato a mio figlio, che continua a essere oggi che è un uomo eh che ha già compiuto trentatré anni continua a essere il piccolo principe della mia vita che è fedele a questo mio dono continua a vagare di pianeta in pianeta nel suo caso di continente in continente e io non pretendo di essere la sua rosa, lascio ad altra questo compito, ma mi accontento di essere la sua fedele volpe che sempre lo attende
– Qualche riconoscimento, anche personale, di cui vai fiera?
-Sono fiera e soprattutto grata immensamente per i tanti tantissimi, a volte dico anche troppi riconoscimenti, elargiti con tanta generosità che mai perdono il loro valore nel mio cuore. Però vorrei ricordare qualcosa che esce dal dall’ambito più stretto e più amato che è quello letterario culturale e vorrei ricordare l’onorificenza di ufficiale della Repubblica Italiana, perché mi viene una distinzione soprattutto per meriti sociali. Quindi per un impegno sociale che mi riconosco e che devo dire forse rappresenta la parte di me più bella, quella più nobile, quella che se potessi salvarne solo una salverei sicuramente quella, ossia la medaglia della presidenza del senato italiano, per l’impegno, questa è la dicitura scritta dall’allora presidente del Senato della Repubblica Italiana, per il trentennale impegno al servizio del contrasto alla violenza di genere. Perché la violenza di genere è sempre stato uno dei miei campi d’azione ho cercato in più ruoli eh da quello personale a quello pubblico a quello istituzionale, riportare avanti il discorso delle azioni di contrasto, oppositive alla violenza di genere. Si fa ancora poco e soprattutto ancora poco si informa che tanti atteggiamenti non sono goliardia, non sono complimenti, ma sono a tutti gli effetti violenza di genere. Se noi impariamo a riconoscere e quindi decliniamo nel senso corretto questi atteggiamenti, stoppiamo e blocchiamo l’escalation che porta poi, come sappiamo, nei casi estremi al femminicidio.
– Quale peso o responsabilità credi che abbia la cultura nella società di oggi, anche per quanto riguarda la sensibilizzazione contro la violenza di genere e contro ogni genere di violenza?
-In certo modo ti ho già risposto anche a questa domanda ma sicuramente la cultura è un antidoto a tutto quello che è violenza, a tutto quello che è supremazia sull'altro, a tutto quello che è negazione
dei diritti dell’altro, ancor di più a tutto quello che è violenza di genere. La cultura è informazione edificazione edificazione di coscienze libere e rispettose. Noi abbiamo in Italia una magnifica costituzione che tratta ci declina cittadini tutti uguali all’interno dello Stato. La Costituzione italiana è al servizio di quelli che sono i diritti dei cittadini siano questi donne o uomini, adulti o minori. Ecco forse una rilettura sostanziale di questi valori perché gli articoli del dettato costituzionale sono tutti espressione di grandi valori. Ecco darne sostanza sarebbe veramente un grandissimo passo avanti. quindi io credo che la cultura abbia un ruolo fondamentale. Talora trovo veramente risibili e inaccettabili certe manifestazioni molto scenografiche dove si fa di tutto per far vedere noi stessi e molto poco per quello che è il tema dell’evento, appunto mi sto rifacendo alla violenza di genere e alla violenza in generale. Bisognerebbe essere un po’ più rispettosi di quelli che sono orrori, perché ho avuto modo anche come delegata alle pari opportunità di conoscere casi di violenza gravissimi e non si risolvono le cose con una sciarpa di un certo colore o facendo una bella lettura di poesie Basta. Non basta. Bisogna essere più discreti. Bisogna essere più corretti e più rispettosi. E soprattutto pensare che una volta tanto si debba operare per gli altri e non per mettere sotto il faro di luce noi stessi.
– Quale rapporto hai con la città nella quale vivi, anche come fonte di ispirazione?
– Vorrei precisare che io abito ad Aulla e non ci vivo, è una città alla quale sono legata certo perché ci abito perché ho una casa che mi piace molto, nella quale abito con mio marito ecco quindi è una casa degli affetti, ma non è una città con la quale abbia un rapporto particolare, men che meno la riconosco come fonte di ispirazione. Se devo pensare alla città invece in senso figurato ovviamente ti posso dire Viareggio, dove sono nata e che mi lascia sempre quel senso di casa forte, fortissimo. Vi ho vissuto i primi anni della mia vita con i miei amatissimi genitori. Oppure Barcellona è una città che ho imparato ad amare anche perché mio figlio ha la sua dimora stabile a Barcellona e dove poi ho più contatti, più rapporti, una città che mi ispira molto perché senti proprio l’arte nelle strade, dove tutto è anche più leggero, dove tutto è anche più semplice, meno grigio se vogliamo dare un colore rispetto alla realtà Lunigianese dove io abito. Quindi se dovessi dire l’ispirazione mi deriva da queste due città. Guarda caso tutte e due città di mare, sia Viareggio che Barcellona. Io il mare ce l’ho pure nel nome e quindi ecco quelle sono le città del mio cuore, dove mi sento di vivere e che mi ispirano molto anche nei rapporti artisti e chiaramente affettivi.
– Cosa pensi della collaborazione e della condivisione tra artisti e scrittori?
-Credo che la collaborazione e la condivisione fra artisti e scrittori sia fondamentale per la crescita anche umana e personale dell’artista o scrittore. L’arte si nutre di contaminazioni se noi operiamo scriviamo dipingiamo fotografiamo oppure sviluppiamo magnifiche performance chiuse in un nostro recinto non facciamo arte, facciamo una bella e riuscita esposizione di noi stessi. L’arte si nutre come la vita del resto, di cui è meravigliosa dimensione, si nutre di scambio, di interazione, di condivisione, di comunione, che è una parola magnifica e quindi credo che sia fondamentale per la crescita. Tutto quello che ho fatto l’ho fatto perché ho collaborato sempre a volte sono dovuta stare in prima linea perché le situazioni lo richiedevano e ci sono stata lo dico senza falsa umiltà. A volte sono stata l’ultima della fila e sono stata forse ancora più felice, perché avevo meno pesi da portare e soprattutto avevo molto da imparare. E questo ha fatto sì che io abbia potuto conoscere persone meravigliose con le quali ora ho meravigliosi rapporti artistici ma in primo luogo umani che sono poi quelli che sono poi l’humus, il terreno fertile, per l’rte, senza i sentimenti è soltanto uno sterile esercizio di qualcosa che abbiamo appreso. – Parlando dei tuoi scritti ricordi un passo a memoria? Come mai proprio questo? – Allora potrei prendere un mio libro e fingere di ricordarmi qualcosa. Non lo faccio perché le interviste richiedono sincerità, che dirti se chiudo gli occhi io ho scritto tantissimo e ora scrivo solo saggistica e critica letteraria ma così di getto mi viene in mente “allora inverto la rotta” che è un verso breve. Questo allora inverto la rotta di una mia poesia nemmeno bella, te lo dico con franchezza, ne ho scritte di belle che sono state anche premiate, sono grata hanno ricevuto premi molto importanti, ecco ora è tanti anni che non scrivo più poesie però di botto chiudendo gli occhi allora inverto la rotta. Ti dico perché forse la vita tante volte mi ha portato a invertire la rotta e a rivedere situazioni affettive, collaborative, professionali, amicali e quant’altro. Forse invertire la rotta talora convenga perché la fedeltà a situazioni può essere una prigionia. Quelle che sono magari situazioni di comodo alla lunga diventano gabbie e allora inverti la rotta è sano e salutare, credo proprio sia un atto dovuto verso noi stessi, ai quali credo si debba voler bene per poter poi riprodurre ed esprimere questo bene verso gli altri.
– Chi sono i tuoi riferimenti letterari o artistici in generale?
-Lo dico sempre ho dedicato una tesi a Thomas Stearns Eliot, quindi non posso non risponderti che appunto Thomas Stearns Eliot è stato un punto di riferimento costante nella mia vita e avere come in Eliot un punto di riferimento costante non puoi non dire di non averlo in Dante, perché sicuramente Eliot è stato se non il massimo fra i massimi poeti angloamericani ad avere avuto questo costante e sistematico e ripetuto riferimento nella figura dantesca, nell’opera dantesca e quindi ti dico con questo binomio Eliot, Dante. Poi aggiungo i grandi critici letterari che sono forse poco conosciuti ma ci hanno regalato delle pagine meravigliose. In Italia non si può non citare un grande studioso che ci ha lasciato fisicamente da qualche anno ma ci ha lasciato un patrimonio di critica letteraria incomparabile e poi da me amatissimo docente universitario belga, Augustine P. Martel.
– Sicuramente i lettori di Teatrionline vorranno sapere: qual è il tuo rapporto con il teatro?
-Credo che l’arte attoriale sia un’arte sublime quella più impattante quella più arrivante. Il teatro fa sì che questa arte sublime non abbia filtri, ovvero l’attore ti porta tutta la sua arte te la trasmette la condivide, le volte che ho la fortuna di andare a teatro ecco subisco proprio questa fascinazione. Resti ammaliato, credo che l'arte teatrale quindi sia una magia unica. Ecco c’è questa grande energia
che si crea. Noi abbiamo Eleonora Duse, lo scorso anno ricorre l’anniversario di questa attrice che ha portato il teatro italiano all’eccellenza nel mondo. Poi abbiamo Pirandello con la sua amatissima Marta Abba la sua prima attrice, innamoratissimo della sua giovane, che era una molto seria ragazzina per bene che viaggiava con la madre e rispondeva alle lunghissime e appassionatissime lettere di Pirandello: basta così maestro! Voglio dire il teatro è un rapimento totale. È un’mmersione completa nell’arte che è fatta di sensazioni alle stelle che è fatta di condivisione, il teatro si vive. Il teatro si respira si fa nostro, una magia nel momento stesso in cui le luci si abbassano. Accade qualcosa. Io direi talora di miracoloso.
– Quali sono i tuoi progetti futuri?
-Per i progetti futuri se proprio mi è richiesta la sincerità io vorrei tanto riposarmi. Vorrei tanto riposarmi un pochino, dismettere i panni di operatrice culturale. La mia vita è stata tutta una corsa. Ecco quindi progetti futuri sono soprattutto investire un po’ su me stessa. E rivedere tante cose e dedicarmi del tempo sano e sono certa che in questa magnifica stasi, come direbbe con la sua magnifica voce pastosa e ferrosa Montale, che nella stasi c’è un grande movimento, quindi magari nei progetti futuri e ne ho tantissimi come sai in cantiere, vorrei aggiungere un po’di tempo per Marina. Ecco questo è un progetto non so se lo rispetterò però c’è. Grazie di tutto. Dal cuore.
Marina Pratici, critico letterario, saggista e poeta, un simbolo della cultura internazionale dalla vocazione sinfoniale.
Emanuele Martinuzzi