
Proseguono gli appuntamenti in scena al Piccolo Eliseo di Roma con la La strada di McCarthy in scena il 7 novembre e Mistero Buffo in scena il 9 novembre.
La strada di McCarthy racconta un paesaggio apocalittico indefinito.
Un’esplosione atomica? Un terremoto? Un’eruzione vulcanica? Uno tzunami? Forse sì, forse no. Probabilmente tutto insieme.
È un futuro che ci si potrebbe prospettare, non c’è bisogno di definirlo e collocarlo, sappiamo solo cosa succede, non sappiamo la causa, non sappiamo dove, non sappiamo quando. Non è una vera e propria rappresentazione, una riproduzione. No, McCarthy lascia intuire, con allusioni descrittive di rara potenza, la condizione verso la quale sta andando la società contemporanea e scatena una tempesta emotiva con cui necessariamente confrontarsi.
Accompagniamo questa visione di McCarthy con la recitazione al leggio di un intenso Guglielmo Poggi. La sua voce entra con freddezza nella narrazione del paesaggio distrutto, grigio, scuro, buio, puzzolente e coperto di cenere, illuminato solo dai bagliori dei roghi. Una voce veloce e distaccata, senza accenti, livida e fredda come le luci al neon che di tanto in tanto ancora illuminano le case rimaste in piedi. Ma nel mezzo la dirompente e allucinante concitazione del dialogo tra un padre e un figlio, un’alternanza di emozioni laceranti che porteranno alla morte di uno e alla sopravvivenza dell’altro.
Ho girato delle sequenze video per accompagnare queste scene pensando che il luogo scelto non fosse importante per la posizione ma per l’evocazione – afferma il regista – anche le immagini come le parole sono avvolte da fumi, nebbie, nevi. E fuochi. Tutto sembra immobile ma c’è sempre qualcosa che improvvisamente si muove e ci ricorda che questo scenario immaginario è assolutamente futuribile.
La chitarra di Francesco Berretti e la sua musica, integrati con la recitazione di Guglielmo Poggi, formano un perfetto tappeto sonoro sul quale appoggiare voce e immagine. Durata: 65 minuti, PICCOLO ELISEO, Giovedì 7 novembre 2019, Prezzi € 10
Il 9 novembre alle ore 21 Eugenio Allegri porta in scena il capolavoro del Nobel Dario Fo, a cinquant’anni dalla prima edizione. Un percorso dentro l’opera più straordinaria e monumentale di tutta la produzione di un grande protagonista della cultura del Novecento che torna ad esprimere la sua deflagrante forza teatrale. Verranno presentate alcune tra le più importanti giullarate di questo capolavoro, scelte tra quelle della prima edizione dello spettacolo. Protagonista un pirotecnico Matthias Martelli, che spazia dal lazzo comico alla poesia, fino alla tragedia umana e sociale.
Era il 1° ottobre del 1969. Il futuro premio Nobel Dario Fo debuttò con la prima versione di quello che sarebbe diventato il capolavoro del teatro di narrazione: Mistero Buffo. Un atto unico composto da monologhi di ispirazione religiosa, riproposti in chiave fortemente satirica, concepito come una giullarata popolare in una lingua inventata e onomatopeica, di ispirazione medievale e mescolata con i dialetti padani: il grammelot. Un’invenzione di straordinaria potenza teatrale. L’opera ebbe un successo popolare enorme, fu replicata migliaia di volte (persino negli stadi), conta numerose differenti versioni e integrazioni. Un atto di ribellione, un testo all’epoca “sovversivo”, un modello di satira politica che non smette di trascinare le platee.
A sfidare l’iconico monologo, ormai considerato un classico del ’900, è Eugenio Allegri, regista di questa nuova produzione dello Stabile di Torino e Art Quarium, che si affida al talento e alla maestria di Matthias Martelli. Io e Matthias abbiamo fatto un patto – racconta Allegri – il Mistero Buffo sarebbe stato lo stesso che avevo visto interpretare da Dario Fo, a Torino, nel 1974, nell’Aula Magna della Facoltà di Lettere, a Palazzo Nuovo. Con quelle stesse giullarate e con quella stessa veemenza artistica.
E così è stato. Dopo la versione applaudita l’anno scorso anche a Londra, alla Print Room at the Coronet, questa è un’edizione che vogliamo chiamare dei 50 anni, sottolinea il regista. A La nascita del giullare e a La parpaia topola, presa in prestito dal Fabulazzo osceno, si aggiungeranno di volta in volta le giullarate di Bonifacio VIII e Il primo miracolo di Gesù Bambino, già presenti nella prima edizione, riviste e arricchite alla maniera dei commedianti dell’arte i quali rinnovavano continuamente la propria abilità. Solo in scena, il pirotecnico Matthias Martelli passa dal lazzo comico alla poesia, fino alla tragedia umana e sociale. Con una satira che tocca in chiave buffonesca, come nelle intenzioni di Fo, le storture del nostro tempo.
———
Note di regia
Ho incontrato personalmente Dario Fo, la prima volta, nel luglio del 1980, grazie alla segnalazione di Franco Mescolini, attore straordinario e collega ne Gli uccelli di Aristofane, regia di Memè Perlini, per tutta una lunga tournée, terminata due mesi prima, durante la quale, sul palco accanto ad altri bravissime e bravissimi colleghi, c’era il mitico gruppo degli Area.
Franco Mescolini, originario di Cesena, conosceva Dario Fo e mi disse: “Vai alla spiaggia di Cesenatico, al Bagno Maria (non è uno scherzo), lui lì ha la sua postazione balneare, aspettalo e vedrai che arriva”. E andò così. Lo attesi un pomeriggio per circa quattro ore e, rischiando l’insolazione, riuscii ad incontrarlo. Mi accolse come se fossimo vecchi amici e mi mise a mio agio così che io potessi raccontargli perché ero lì. La ragione era molto semplice: volevo lavorare con lui. E così è stato.
Nel dicembre di quello stesso anno, dopo due mesi di prove, debuttava al Teatro Fabbricone di Prato, L’opera dello sghignazzo, autore e regista Dario Fo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino, per una tournée che sarebbe durata sei mesi: e io c’ero.
Il resto, oltre poi a tanti altri meravigliosi incontri con maestri straordinari, è nel mio andare e tornare da e nel suo teatro, con lui o senza di lui, da allora per molti anni ancora.
Ora: quando poi verso la fine del 2015, Matthias Martelli, mi chiese di essere il regista di un Mistero Buffo di Dario Fo in cui lui sarebbe stato l’attore, pur con un sussulto di nostalgia, ma con grande convinzione e trasporto, gli risposi subito di sì. Ad un patto, però: che il Mistero Buffo che avremmo messo in scena sarebbe stato lo stesso che avevo visto interpretare da Dario Fo a Torino nel 1974, nell’Aula Magna della Facoltà di Lettere a Palazzo Nuovo. Lo avremmo messo in scena con quelle stesse giullarate e con quella stessa veemenza artistica. E così è stato.
Dopo il Mistero Buffo che ha debuttato a Torino nel febbraio del 2018, abbiamo continuato il percorso per giungere ad una seconda edizione dello spettacolo. Sarà l’edizione che vogliamo chiamare “dei 50 Anni” perché proprio cinque decenni or sono, il 1° ottobre del 1969, Dario Fo presentava al pubblico italiano, per la prima volta, la prima versione del Mistero Buffo. Le giullarate fortunatamente rimangono a nostra disposizione: sempre aggiornate, sempre arricchite, sempre irresistibili, di ispirazione medievale, che tuttavia, attraverso il linguaggio del nuovo grammelot costruiscono e ricostruiscono con la loro carica teatralmente esplosiva un capolavoro della satira politica contemporanea. Dopo aver affrontato nella prima versione le quattro pietre miliari: Le nozze di Cana, La resurrezione di Lazzaro, Bonifacio VIII e Il primo miracolo di Gesù Bambino, ecco che in questa seconda edizione affronteremo La nascita del giullare e La parpaia topola, che prenderemo in prestito dal Fabulazzo Osceno, cui affiancheremo una di quelle già presentate, rivista e arricchita: alla maniera dei commedianti dell’arte. Matthias Martelli, ancora una volta e con consolidata maestria, sarà da solo in scena, senza trucchi, con l’intento di coinvolgere il pubblico nell’azione drammatica, passando in un lampo dal lazzo comico alla poesia, fino alla tragedia umana e sociale, toccando temi e argomenti che come sempre riguarderanno la società civile e il nostro tempo. Presenteremo la nuova edizione ancora una volta con la presenza preziosa del Teatro Stabile di Torino, che produrrà lo spettacolo, e così partirà la nostra nuova avventura nel Mistero Buffo di Dario Fo, edizione per i 50 Anni. Da lì in poi, tutti quelli che verranno.
Eugenio Allegri
———
Durata: 65 minuti, PICCOLO ELISEO, Sabato 9 novembre 2019, Prezzi € 10
Biglietteria tel. 06.83510216
Giorni e orari: lun. 13 – 19, da martedì a sabato 10.00 – 19.00, domenica 10 – 16
Via Nazionale 183 – 00184 Roma
Biglietteria on-line www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it
Call center Vivaticket: 892234