In scena al Teatro della Pergola fino a domenica 2 febbraio
In scena al Teatro della Pergola fino a domenica 2 febbraio Chi è io?, una commedia che si interroga sulla natura umana attraverso lo sguardo di Leo Mayer, psichiatra e intellettuale interpretato da Francesco Pannofino. La pièce, scritta e diretta da Angelo Longoni, nasce da un’idea non certo originale ma sempre molto interessante: esplorare il confine tra realtà e visione. Lo fa tessendo una trama che intreccia la vita privata del protagonista, le sedute di terapia con i suoi pazienti e uno show televisivo frutto della sua immaginazione – o, meglio, del suo inconscio. Una struttura drammaturgica potenzialmente interessante, che non si limita a un puro gioco meta-teatrale, ma permette di entrare nei meandri della mente. Lo spettacolo inizia con un dolore – spesso motore delle nostre riflessioni – per svilupparsi in una ricerca della verità attraverso la vita vissuta e pensata del protagonista. Un’indagine che si snoda tra momenti della sua quotidianità e sequenze oniriche, dove lo show televisivo fa da contraltare provocatorio ai momenti riflessivi delle sedute psichiatriche, nelle quali pure non mancano elementi divertenti. Le scene televisive, che tendono al tragicomico, imitano una tipologia di contenuti ormai imperante nei palinsesti, tentando ora di assecondare il pubblico, ora di indottrinarlo, ora (perché no?) di vendergli qualcosa, tenendosi comunque ben lontani da qualsiasi riflessione profonda.
Accanto a Pannofino troviamo Emanuela Rossi e Andrea Pannofino – rispettivamente moglie e figlio nella vita privata – ed Eleonora Ivone, moglie del regista e autore dello spettacolo. Parentele, queste, che di per sé sarebbero poco rilevanti ai fini della messinscena, se non fosse per la rivelazione finale che il protagonista vive, che le rende un fattore aggiuntivo di introspezione per gli interpreti. Un cast ad hoc, quindi, che gode anche di due delle migliori voci del doppiaggio italiano.
Nonostante questo, il testo non sempre riesce a sostenere la messinscena con la necessaria forza drammaturgica. Lo spettacolo mantiene fede al titolo, concentrando l’interrogativo Chi è io? del titolo quasi esclusivamente sul protagonista e sulla sua storia. Quando i personaggi si rivelano per ciò che sono veramente, il gioco di ruolo tra realtà e immaginazione raggiunge il suo culmine, aprendo finalmente a un coinvolgimento del pubblico e lasciando spazio a riflessioni personali. Una volta calato il sipario, nel foyer e nelle strade fiorentine, il rumore della pioggia si mischia ai commenti, alle domande, ai confronti degli spettatori.
Mayer arriva a una rivelazione che, più che risolvere i suoi interrogativi interiori, ne apre di nuovi. Anche lui, come tutti noi, abita contemporaneamente la realtà, la fantasia e l’inconscio, alla ricerca di ciò che in fondo desideriamo tutti: amore e perdono. E se persino lui, intellettuale, professore e psichiatra, dopo una vita a interrogarsi, incontra solo ancora altre domande, allora la domanda è forse l’unica vera risposta che la psicologia può darci. Che questo ci terrorizzi o ci sollevi, lo spettacolo si conclude con il punto di domanda con cui è iniziato: Chi è io? Una commedia psicologica in cui la narrazione è allo stesso tempo realistica e immaginaria.