Uno spettacolo che emoziona, con qualche ingenuità tecnica, ma forte nella volontà di raccontare. All’interno della rassegna “Condivisioni – Il teatro cerca famiglia”, è andato in scena “JUDE – Una storia dal fascismo”, uno spettacolo della compagnia Arcoscenico di Cava de’ Tirreni, che ha saputo coniugare emozione, memoria storica e riflessione civile. La vicenda si svolge nell’autunno del 1943, in una classe clandestina nata dopo la promulgazione delle leggi razziali fasciste. Tre ragazzi attendono invano la loro maestra, ma al suo posto giunge una notizia che segna una svolta drammatica: l’armistizio dell’8 settembre e l’inizio di una nuova, più temibile minaccia. Con l’occupazione nazista alle porte, la paura si insinua tra i protagonisti, scuotendo amicizie e valori. La tentazione di una via di fuga facile – consegnare un compagno ebreo – si contrappone alla necessità di resistere, di mantenere viva l’integrità morale. Intanto, un altro compagno, scomparso da tempo, sceglie la strada della resistenza, in un percorso che lo porterà a incrociare tragicamente il destino dei suoi amici fino alle soglie di un campo di concentramento. Nonostante qualche ingenuità tecnica e stilistica, la storia si è fatta seguire, coinvolgendo il pubblico fino alla fine. La scenografia, nel complesso adeguata al contesto storico, presentava però alcuni elementi dissonanti, come i banchi di scuola non coerenti con l’epoca, che spezzavano in parte l’immersività della rappresentazione. Le musiche, seppur appartenenti al periodo storico, risultavano poco ricercate, e alcune scelte sonore sono già state ampiamente utilizzate in film e spettacoli teatrali sullo stesso tema, riducendo l’impatto emotivo che una colonna sonora più originale avrebbe potuto offrire. Anche dal punto di vista registico lo spettacolo ha mostrato qualche limite: il ritmo narrativo ha sofferto di alcuni tempi tecnici un po’ lenti, e le coreografie, presenti solo in due momenti, avrebbero potuto essere maggiormente sfruttate per dare più forza alla messa in scena. Lo stesso vale per l’effetto fumo, usato con intensità solo un paio di volte. Sia le coreografie che il fumo sembrano essere stati inseriti più come elementi di riempitivo che come strumenti narrativi funzionali alla vicenda. Una loro gestione più studiata avrebbe sicuramente donato maggiore forza all’atmosfera dello spettacolo. Sul piano recitativo, alcune interpretazioni sono risultate leggermente forzate, segno di una compagnia ancora giovane e con poca esperienza registica. Tuttavia, non si può non apprezzare la dedizione e la volontà di portare in scena un tema così importante. Tra gli attori in scena, si è distinto Mariano Mastuccino, autore del testo, che ha saputo offrire un’interpretazione più equilibrata rispetto ai suoi compagni. La sua doppia veste di autore e attore ha contribuito a dare spessore alla narrazione. Come da tradizione per la rassegna “Condivisioni – Il teatro cerca famiglia”, la serata si è conclusa con un dibattito tra attori e pubblico, un momento prezioso in cui gli spettatori hanno potuto esprimere le loro impressioni e chiarire eventuali dubbi sulla storia e sulla messinscena. Pur con qualche ingenuità tecnica, “JUDE” è un’opera che ha il merito di affrontare un tema delicato con impegno e passione, lasciando allo spettatore spunti di riflessione su cosa significhi scegliere, resistere e preservare i valori di umanità e giustizia.
“JUDE – Memoria e scelte morali in un’opera giovane ma intensa”
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Attore di teatro dal 1995, regista e formatore, opera come docente di mimo, maschera e movimento. Svolge attività teatrale in carceri, scuole e comunità, combinando arte e impegno sociale. È direttore artistico e organizzativo di Rassegne teatrali, con una carriera dedicata alla diffusione e alla pratica del teatro in tutte le sue forme.