Area Riservata
TeatrionlineTeatrionlineTeatrionline
Notification Show More
Font ResizerAa
  • Chi Siamo
  • Città
    • Agrigento
    • Alessandria
    • Ancona
    • Aosta
    • Arezzo
    • Bari
    • Bergamo
    • Bologna
    • Bolzano
    • Brescia
    • Brindisi
    • Campobasso
    • Caserta
    • Catania
    • Catanzaro
    • Chieti
    • Cuneo
    • Empoli
    • Enna
    • Ferrara
    • Firenze
    • Genova
    • Grosseto
    • Lecce
    • Livorno
    • Lucca
    • Mantova
    • Messina
    • Milano
    • Modena
    • Monza
    • Napoli
    • Novara
    • Nuoro
    • Olbia
    • Oristano
    • Orvieto
    • Padova
    • Palermo
    • Parma
    • Pavia
    • Pesaro
    • Pescara
    • Pisa
    • Pistoia
    • Ravenna
    • Reggio Calabria
    • Reggio Emilia
    • Roma
    • Rovigo
    • Sassari
    • Savona
    • Siena
    • Siracusa
    • Taranto
    • Terni
    • Torino
    • Tournèe
    • Trento
    • Treviso
    • Trieste
    • Udine
    • Varese
    • Venezia
    • Verona
  • Danza/Balletto
  • Opera
  • Prosa
  • Festival/Rassegna
    • Intervista
    • Libri
  • Musica
Reading: Gabriele Lavia in “Il sogno di un uomo ridicolo”
Condividi
TeatrionlineTeatrionline
Font ResizerAa
Cerca
  • Chi Siamo
  • Città
    • Agrigento
    • Alessandria
    • Ancona
    • Aosta
    • Arezzo
    • Bari
    • Bergamo
    • Bologna
    • Bolzano
    • Brescia
    • Brindisi
    • Campobasso
    • Caserta
    • Catania
    • Catanzaro
    • Chieti
    • Cuneo
    • Empoli
    • Enna
    • Ferrara
    • Firenze
    • Genova
    • Grosseto
    • Lecce
    • Livorno
    • Lucca
    • Mantova
    • Messina
    • Milano
    • Modena
    • Monza
    • Napoli
    • Novara
    • Nuoro
    • Olbia
    • Oristano
    • Orvieto
    • Padova
    • Palermo
    • Parma
    • Pavia
    • Pesaro
    • Pescara
    • Pisa
    • Pistoia
    • Ravenna
    • Reggio Calabria
    • Reggio Emilia
    • Roma
    • Rovigo
    • Sassari
    • Savona
    • Siena
    • Siracusa
    • Taranto
    • Terni
    • Torino
    • Tournèe
    • Trento
    • Treviso
    • Trieste
    • Udine
    • Varese
    • Venezia
    • Verona
  • Danza/Balletto
  • Opera
  • Prosa
  • Festival/Rassegna
    • Intervista
    • Libri
  • Musica
Have an existing account? Area Riservata
Follow US
© 2022 Foxiz News Network. Ruby Design Company. All Rights Reserved.
Teatrionline > Blog > Prosa > Gabriele Lavia in “Il sogno di un uomo ridicolo”
Prosa

Gabriele Lavia in “Il sogno di un uomo ridicolo”

Redazione
Ultima modifica: 3 Maggio 2015 10:52
Redazione
Condividi
1463
CONDIVIDI

Foto di Filippo Milani
Foto di Filippo Milani

di Fëdor Dostoevskij

e con Massimiliano Aceti

l’allestimento è curato dal Laboratorio di Costumi e Scene del Teatro della Pergola

regia Gabriele Lavia

produzione Fondazione Teatro della Toscana

——–

Il mese di maggio si apre alla Pergola con Il sogno di un uomo ridicolo di Dostoevskij, diretto e interpretato da Gabriele Lavia, con Massimiliano Aceti. Da martedì lo spettacolo, vero e proprio cavallo di battaglia del Maestro, incontra la città di Firenze “per festeggiare la nascita del Teatro della Toscana, riconosciuto Teatro Nazionale”, afferma Lavia, “e per riaffermare con forza come l’indifferenza, la corruzione e la degenerazione non possano essere le condizioni di vita della nostra società.” Il sogno di un uomo ridicolo rappresenta un mondo che si è condannato alla sofferenza, auto-recluso, serrato e costretto in una metaforica camicia di forza, condizione e impedimento di ogni buona azione. Un momento di riflessione profonda e appassionata, in una dimensione sospesa tra fiaba nera e ricognizione psichica.

Martedì 5 maggio, alle 17.30, è previsto un incontro filosofico con Sergio Givone, A proposito de Il Sogno di un uomo ridicolo di Dostoevskij, alla presenza di Gabriele Lavia.

Dostoevskij concepisce Il sogno di un uomo ridicolo come un racconto fantastico, scritto intorno al 1876 e inizialmente inserito nel Diario di uno scrittore. Si tratta della storia di un uomo, abbandonato da tutti, che ripercorre in un viaggio onirico la sua vita e le ragioni per cui si è sempre sentito estraneo alla società.

Gabriele Lavia in più momenti della sua carriera si è confrontato con questo testo: “La prima volta lo lessi a degli amici a 18 anni e ancora non ero un attore”, ricorda, “oggi è passata una vita e Il sogno è quasi un’ossessione. Ho scelto di rimetterlo in scena per festeggiare la nascita del Teatro della Toscana, riconosciuto Teatro Nazionale, e per riaffermare con forza come l’indifferenza, la corruzione e la degenerazione non possano essere le condizioni di vita della nostra società.”

Giunto all’età di 46 anni, il protagonista de Il sogno di un uomo ridicolo decide di metter in pratica l’idea, a lungo corteggiata, del suicidio. Però, si addormenta davanti alla pistola carica. Inizia così un sogno straordinario che lo porta alla scoperta della ‘verità’. Approda in un altro pianeta, del tutto simile alla Terra tranne che per l’animo dei suoi abitanti, sono puri, innocenti, e in quella purezza lui, per la prima volta, non viene additato come ridicolo. Ma il suo arrivo non è senza conseguenze: contamina quella gente che in poco tempo acquista tutti i difetti della società da cui lui proviene.

“È un uomo del ‘sottosuolo’, cioè di quell’inferno sulla Terra abitato da dannati che vivono in cupa solitudine, indifferenza, livore, odio nei confronti degli altri”, spiega Lavia, “essi si sottomettono alle pene di questo inferno come per una fatalità crudele e misteriosa, e, a un tempo, conservano gelosamente un lucido senso della colpa che li condanna a vivere un’esperienza carica di esaltazione frenetica e sofferente. A differenza degli altri dannati, quest’uomo ha scoperto il segreto della bellezza e della felicità, il segreto per ‘rimettere tutto a posto’. ‘Ama gli altri come te stesso’ ‘vecchia Verità che non ha mai attecchito’.. E appunto nell’assurda proposta d’amore per il prossimo si trova tutta la sua ‘ridicolaggine’. Ma, attenzione, quest’uomo ridicolo è consapevole dell’impossibilità di riuscita del suo progetto, eppure nel raccontare, nel ‘predicare’ la ‘vecchia verità’ trova il senso più profondo e l’unico scopo possibile della vita: mostrare la via di salvezza agli uomini, pur sapendo che non vi è possibilità di riuscita e di vittoria.”

Il sogno di un uomo ridicolo si rivolge, dietro la finzione letteraria, alla società intera e ne denuncia i vizi che la allontanano dalla felicità fondata semplicemente sull’amore e sulla solidarietà, al posto dell’avidità e dell’egoismo. Sulla condivisione incondizionata anziché sulla presunzione della scienza che solo teorizza le leggi della felicità. E questa idea di felicità ci riporta al messaggio evangelico, di puro amore, di Cristo, al di là di ogni religione e prima di ogni potere.

“Il destino ultimo dell’uomo è quello di realizzare una completa comunione con gli altri uomini”, conclude Lavia, “e può avvenire soltanto attraverso l’annullamento della propria individualità e l’amore per il prossimo. Dostoevskij vede nell’individualità l’origine e la causa dello spirito di separazione che c’è tra gli uomini e che ha trasformato la Terra in un sottosuolo.”

————–

Intervista a Gabriele Lavia

di Matteo Brighenti

Cosa rappresenta per lei Il sogno di un uomo ridicolo?

“La prima volta lo lessi a degli amici a 18 anni e ancora non ero un attore. Oggi è passata una vita e Il sogno è quasi un’ossessione. Ho scelto di rimetterlo in scena per festeggiare la nascita del Teatro della Toscana, riconosciuto Teatro Nazionale, e per riaffermare con forza come l’indifferenza, la corruzione e la degenerazione non possano essere le condizioni di vita della nostra società”.

Qual è la forza di questo testo?

“Il sogno di un uomo ridicolo è forse la più sconcertante opera di Dostoevskij. Nella situazione paradossale di un uomo che, decidendo di suicidarsi, si addormenta davanti alla rivoltella e ‘sogna’ il suicidio e la vita dopo la morte, lo scrittore, con una partecipazione sconvolgente e appassionata ci racconta come l’umanità si sia rovinata per sempre. E la coscienza che l’uomo non può vivere senza individualità significa che la condizione umana è senza via d’uscita.”

Chi è ‘l’uomo ridicolo’?

“È un uomo del ‘sottosuolo’, cioè di quell’inferno sulla Terra abitato da dannati che vivono in cupa solitudine, indifferenza, livore, odio nei confronti degli altri. Essi si sottomettono alle pene di questo inferno come per una fatalità crudele e misteriosa, e, a un tempo, conservano gelosamente un lucido senso della colpa che li condanna a vivere un’esperienza carica di esaltazione frenetica e sofferente.”

Perché è ‘ridicolo’?

“Perché a differenza degli altri dannati quest’uomo ha scoperto il segreto della bellezza e della felicità, il segreto per ‘rimettere tutto a posto’. ‘Ama gli altri come te stesso’ ‘vecchia Verità che non ha mai attecchito’.. E appunto nell’assurda proposta d’amore per il prossimo si trova tutta la sua ‘ridicolaggine’. Ma, attenzione, quest’uomo ridicolo è consapevole dell’impossibilità di riuscita del suo progetto, eppure nel raccontare, nel ‘predicare’ la ‘vecchia verità’ trova il senso più profondo e l’unico scopo possibile della vita: mostrare la via di salvezza agli uomini, pur sapendo che non vi è possibilità di riuscita e di vittoria.”

Siamo di fronte a un uomo infelice?

“Questo non è il suo ‘stato naturale’, e la sua ‘naturale’ condizione non è la solitudine. Questi sono ‘stati’ e ‘condizioni’ culturali sopraggiunti quando la cultura della menzogna si è allontanata dalla natura della verità. Ma il destino ultimo dell’uomo è quello di realizzare una completa comunione con gli altri uomini e può avvenire soltanto attraverso l’annullamento della propria individualità e l’amore per il prossimo. Dostoevskij vede nell’individualità l’origine e la causa dello spirito di separazione che c’è tra gli uomini e che ha trasformato la Terra in un sottosuolo.”

————–

5, 7, 8 maggio ore 20.45 / 6 maggio ore 18.45, Teatro della Pergola

————–

BIGLIETTI

Interi: platea 25 €, palco 18 €, galleria 13 €.

Ridotti: platea 20 €, palco 15 €, galleria 11 € (under 26, over 60).

Ridotti Unicoop Firenze (riduzione valida esclusivamente per la replica del 5 maggio): platea 17 €, palco 13 €, galleria 8 €.

Tutti gli abbonati e i possessori di un tagliando valido per Vita di Galileo possono acquistare un biglietto al prezzo speciale di 14 € platea, 11 € palco e 7 € galleria.

Non sono possibili prenotazioni telefoniche o via mail.

———-

BIGLIETTERIA

Teatro della Pergola, via della Pergola 18, 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com.

Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30.

Online su http://www.boxol.it/TeatroDellaPergola/IT/?A=127734 e tramite la App del Teatro della Pergola.

Circuito regionale Boxoffice.

You Might Also Like

Oltre l’inverno
Tempeste solari
Teatro Pime (Milano): ecco gli spettacoli di gennaio
IL GIARDINO DEI CILIEGI
Non c’è 2 senza 3 – Piccolo Teatro Comico di Torino

Sign Up For Daily Newsletter

Be keep up! Get the latest breaking news delivered straight to your inbox.
[mc4wp_form]
By signing up, you agree to our Terms of Use and acknowledge the data practices in our Privacy Policy. You may unsubscribe at any time.
Condividi questo articolo
Facebook Twitter Copy Link Print
Articolo precedente “Der Park (Il Parco)” di Peter Stein, dal 5 maggio al Teatro Argentina di Roma
Articolo successivo Il barbiere di Siviglia
Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Social

9.8kLike
3.6kFollow
35Subscribe

Sostieni Teatrionline

spot_img

News

Tragogò FEST 2025 Festival della Risata
Cabaret
Agorà della cultura
Milano Prosa
Progetto Ormete
Milano Prosa
L’ETÀ FORTE
Bergamo Spettacolo

Privacy Policy – Cookie Policy
Email: redazione@teatrionline.com

Articoli recenti

  • Tragogò FEST 2025 Festival della Risata
  • Agorà della cultura
TeatrionlineTeatrionline
Follow US
© A.C.I.D.I. Associazione Culturale Informazione Diffusione Innovazione APS - Codice Fiscale 94310120483 - Via Jacopo Nardi 21 - 50132 Firenze - SEO BY SIMONE ROMPIETTI SR WEB
Bentornato!

Accedi al tuo account