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Il servo

Redazione
Ultima modifica: 1 Novembre 2018 10:41
Redazione
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Il servo
Foto di Laura Micciarelli
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Il servo
Foto di Laura Micciarelli

Dal 17 al 25 novembre, al Piccolo Teatro Grassi, va in scena Il servo – spietata rappresentazione delle sfumature che esistono in un rapporto di dominio e dipendenza di un uomo su un altro uomo, nella Londra degli anni Cinquanta – acuta analisi di una società ancora omofoba e classista prima che il Sessantotto ne scardinasse le regole. Andrea Renzi e Pierpaolo Sepe portano in scena il capolavoro di Robin Maugham sul morboso legame tra il maggiordomo Barrett e il ricco avvocato londinese Tony. 

Il servo è un romanzo breve di Robin Maugham. Quando, nel 1948, fu dato alle stampe e distribuito nelle librerie inglesi fu considerato ‘un piccolo capolavoro di abiezione’ e la critica riconobbe nel giovane scrittore un talento di narratore pari a quello dello zio, il grande Somerset Maugham. Ancora oggi, il romanzo è considerato una ‘commedia nera’ e di scavo psicologico, la cui trama – chiusa all’interno di una casa borghese – si compone come una ragnatela, lentamente tessuta dal servo.

Al centro del racconto, la vicenda di un rapporto di dominazione e lenta assuefazione di un uomo su un altro uomo: Barrett è un domestico, che prende servizio nella casa di Tony, ricco avvocato londinese. Inizialmente il servo sembra assolvere con zelo il proprio incarico, arrivando però, attraverso ambigui giochi psicologici, al rovesciamento dei ruoli ‘servo/padrone’. Nel rapporto perverso entrano in campo anche l’amico-testimone della vicenda, Richard, la fidanzata di Tony, Sally, la nipote di Barrett, Vera, e la misteriosa Mabel.

Il lavoro di Andrea Renzi e Pierpaolo Sepe parte dall’adattamento teatrale che lo stesso Maugham realizzò nel 1958 ed evoca le atmosfere del celebre film di Joseph Losey del 1963, con la sceneggiatura di Harold Pinter. La traduzione è di Lorenzo Pavolini (che aveva già tradotto il romanzo, nel 2000, per e\o) e che, nelle note, evidenzia: “nel racconto c’è l’amicizia e la gioventù in tutta la sua ambigua e irrinunciabile forza, la malinconia e la vitalità di una generazione che usciva dalla guerra, il legame creato tra uomini che sono stati prima di tutto compagni di trincea, soldati, e che ora tornano alla vita, alla città, al sesso, ai problemucci di sempre, il tutto in un mondo sospeso tra ieri e oggi, alla metà del secolo, dove i domestici sono servi, dove la Londra vittoriana non si è ancora sciolta nello swinging, le prostitute hanno la pelle rovinata e sono il male, l’omosessualità è fosteriana e la sensualità una perdizione. Barrett è un demonio”, continua Pavolini, “che cresce dal fango della democrazia ed è pronto a prendere il sopravvento contro l’aristocratico cadente, o per lo meno a guidarlo, a costringerlo a una sommaria equiparazione dei costumi e dei gusti verso il basso. Nel racconto di Maugham è l’ossessione erotica a decidere le cose. Il servo del Novecento è un medico al capezzale delle antiche classi dominanti, siano esse nobili o ricche borghesi. Il suo rimedio è velenoso: come per tante patologie di origine sociale l’oblio, la rimozione, sono parte integrante del disturbo e conducono al disastro”.

Secondo Andrea Renzi, “il lavoro degli attori si innesta sulla drammaturgia scaturita dal romanzo, che tende a far emergere ciò che si nasconde e pulsa, vitale e morboso, dietro ogni parola facendo vibrare il fondo enigmatico dei singoli personaggi”.

“Nel meccanismo teatrale”, spiega Pierpaolo Sepe, “il servo striscia. Si arrampica. Come un ragno tesse la sua tela dove fatalmente cadrà la sua vittima. Una storia tetra, di lotta sociale feroce. Metafora di una società che inventa ruoli e classi, il testo racconta la vendetta dei deboli e perfidi ‘sfortunati’, costretti a servire altri uomini uguali a loro e, nonostante ciò, depositari di un folle diritto”.

———

Piccolo Teatro Grassi (Via Rovello, 2 – M1 Cordusio) dal 17 al 25 novembre 2018

Il servo

di Robin Maugham

traduzione di Lorenzo Pavolini
regia Andrea Renzi, Pierpaolo Sepe
con (in ordine di apparizione): Tony Laudadio (Richard Merton), Federica Sandrini (Sally Grant),

Andrea Renzi (Tony Williams), Lino Musella (Les Barrett), Maria Laila Fernandez (Vera / Mabel)
scene Francesco Ghisu

costumi Annapaola Brancia d’Apricena

disegno luci Cesare Accetta
aiuto regia Luisa Corcione, Simone Giustinelli

aiuto scenografo Christina Psoni
fotografa e assistente luci Laura Micciarelli

produzione Casa del Contemporaneo-Centro di Produzione \ Teatri Uniti \

Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale \ Napoli Teatro Festival Italia (NTFI)

———

Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30; domenica, ore 16.

Durata: 120 minuti con intervallo

Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro

Informazioni e prenotazioni 0242411889 – www.piccoloteatro.org

News, trailer, interviste ai protagonisti su www.piccoloteatro.tv

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