Per la prima volta a Roma il capolavoro barocco nell’allestimento di Pierre Audi, sul podio Rinaldo Alessandrini e la regia di Pierre Audi. Dal 18 al 26 marzo a Roma.
Intrighi, illusioni, amore e magia sono il cuore dell’Alcina di Händel, capolavoro del repertorio barocco per la prima volta in scena al Teatro dell’Opera di Roma, dal 18 (ore 19) al 26 marzo. Sul podio dell’orchestra del teatro capitolino, Rinaldo Alessandrini, direttore e clavicembalista, fra i maggiori esponenti della musica antica sulla scena internazionale, che dirige un cast di specialisti, tra cui Mariangela Sicilia e Carlo Vistoli. Per l’Alcina, al debutto a Roma a distanza di 290 anni dalla sua prima assoluta, al Covent Garden di Londra, l’allestimento di Pierre Audi nel 2015, realizzato in collaborazione con De Nationale Opera di Amsterdam, quando ne era direttore artistico.
“Io penso che Alcina sia un fenomeno musicale unico perché drammaturgicamente formato da arie che sono l’una la successione dell’altra – spiega Alessandrini che aveva diretto con successo anche il Giulio Cesare nel 2023 all’Opera – Immaginiamo Händel che in ogni aria, mette in campo azioni e sentimenti che risentono anche della magia per cui i sentimenti che sembrano essere qualcosa, in realtà non sono reali”.
L’opera si basa sul libretto di autore ignoto adattato da L’isola di Alcina di Riccardo Broschi, ma nato dalla fantasia di Ariosto dell’Orlando Furioso di Ariosto: sull’isola magica di Alcina si agiscono numerosi personaggi, o spinti dalla volontà di ritrovare affetti perduti, o eroi vittime della maga che li ha trasformati in animali, altri presi all’amore non corrisposto. Ma tutto ha una fine: l’intreccio di relazioni porterà al crollo del mondo magico di Alcina che si innamora per la prima volta perdendo il suo potere.

“Io penso che in Alcina Händel tenti di dimostrare il disastro che l’amore può lasciare dietro di sé. È un’opera molto bella ambientata su un’isola dove vive la maga Alcina che si innamora di uomini molto belli – spiega Audi – ma una volta che ha fatto l’amore con loro li trasforma in animali in attesa che arrivino i prossimi amanti. Ma poi si innamora veramente. Ho sempre detto alle cantanti che interpretano Alcina di immaginarsi come una regina: solo in questo modo si riesce a rendere più commovente la caduta come essere umano”.
Audi immerge la vicenda in raffinata Settecento, proponendo un’ambientazione essenziale, ma elegante (scene e costumi di Patrick Kinmonth, luci di Matthew Richardson) che ospita una regia che intende porre in primo piano la gestualità e l’evoluzione psicologica dei numerosi personaggi che, sempre coinvolti sulla scena, diventano molti intimi con il pubblico rendendo il dramma emozionante e coinvolgente. In scena, il soprano Mariangela Sicilia nel ruolo di Alcina, Premio Abbiati 2025 ‘miglior cantante del 2024’, e il controtenore Carlo Vistoli nel ruolo di Ruggiero (nelle repliche del 21 e 26 marzo Tamar Ugrekhelidze), Premio Abbiati 2024 per il Giulio Cesare romano, insieme dopo successo ottenuto con l’Orfeo ed Euridice di Gluck del 2019.
Nel cast anche Caterina Piva, nel ruolo en travesti di Bradamante/Ricciardo, Anthony Gregory nel ruolo di Oronte, Mary Bevan come Morgana, sorella di Alcina, e Silvia Frigato (Oberto), Francesco Salvadori (Melisso).
“Penso che il cuore dell’opera sia la sincerità, quindi se dobbiamo esprimere in una frase l’opera, direi: sii te stesso, non nasconderti. Abbi coraggio di essere te stesso” conclude Audi. Dopo la prima rappresentazione, martedì 18 marzo alle ore 19.00, in diretta su Rai Radio3, Alcina di Händel torna in scena in scena per altre 4 recite, venerdì 21 (ore 18.00), domenica 23 (ore 16.30), martedì 25 (ore 19.00) e mercoledì 26 marzo (ore 19.00).
Il 18 marzo esce anche il sesto numero della Calibano, la rivista di attualità culturale dell’Opera di Roma realizzata in collaborazione con effequ che si si interroga sul bisogno odierno di reincantare il mondo, sull’universo di credenze e fenomeni soprannaturali che ancora sollecitano l’umanità: ispirandosi all’Alcina di Händel si parla della magia nel mondo di oggi. All’interno della rivista, dal 18 marzo nello shop del teatro e dal 26 marzo nelle librerie, un racconto inedito di Claudia Durastanti, un saggio di Paolo Pecere, un saggio di Giulia Paganelli eAnnalisa Perrotta che indaga sulle radici del mito delle streghe e del sabba, tra falsi storici e artificiose ricostruzioni.
Info e dettagli www.operaroma.it.
Fabiana Raponi