Teatro del Segno
Teatro Senza Quartiere
PER UN QUARTIERE SENZA TEATRO
(2017 – 2026)
Teatro Senza Quartiere – Stagione 2024-2025
Teatro del Segno
Io non lo so cosa sia giusto
omaggio a Sergio Atzeni
liberamente tratto da “Apologo del giudice bandito”, “Il figlio di Bakunìn” e “Passavamo sulla terra leggeri” (Sellerio) e “Il quinto passo è l’addio” (Il Maestrale)
con Stefano Ledda (voce narrante)
e con Juri Deidda (sassofono) e Tancredi Ermanno Emmi (contrabbasso)
cura del suono Raimondo Marras | adattamento, scenografia e regia Stefano Ledda
produzione Teatro del Segno
sabato 12 aprile – ore 20.30 – Teatro TsE – via Quintino Sella – CAGLIARI
Omaggio a Sergio Atzeni con “Io non lo so cosa sia giusto”, uno spettacolo ideato, diretto e interpretato da Stefano Ledda, sulle note del sax di Juri Deidda e del contrabbasso di Tancredi Ermanno Emmi, liberamente ispirato alle opere dell’autore de “Il figlio di Bakunìn” e “Apologo del giudice bandito”, “Passavamo sulla terra leggeri” e “Il quinto passo è l’addio” (produzione Teatro del Segno)in cartellone sabato 12 aprile alle 20.30 al TsE di Is Mirrionis in via Quintino Sella a Cagliari per un nuovo appuntamento con la Stagione 2024-2025 di Teatro Senza Quartiere organizzata dal Teatro del Segno nell’ambito del progetto pluriennale Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro 2017-2026.
Un’antologia preziosa per raccontare l’Isola attraverso le parole dello scrittore e poeta che ha saputo descrivere i molteplici volti di Cagliari, la “città bianca” e reinventare una memoria mitica, affidata ai custodi del tempo, accanto all’epopea mineraria e a un’invasione delle locuste al tempo dell’Inquisizione. La scrittura evocativa e lirica, ma anche ironica e crudele di uno dei più interessanti autori italiani del Novecento, per un affresco “corale” della terra al centro del Mediterraneo, in un ideale viaggio alla scoperta delle origini e dell’identità: i discendenti degli antichi costruttori di torri, definiti poco cortesemente “pocos locos y mal unidos” dai conquistatori spagnoli, nei secoli hanno visto succedersi invasioni e dominazioni straniere. Nei romanzi e nei racconti di Sergio Atzeni, accanto alla Storia affiorano le vicende individuali, l’autore disegna nitidamente i caratteri dei personaggi, narra ingiustizie e soprusi e tentativi di riscatto, spaziando tra cronaca e noir, tra note autobiografiche e scomode verità.
Un recital avvincente e un’opportunità per riscoprire la prosa ammaliante e caustica dello scrittore, figura di spicco della letteratura sarda e non solo, capace di raccontare il degrado e lo squallore delle periferie metropolitane e la dura vita dei minatori, costretti lavorare duramente per strappare alla terra i suoi tesori e a lottare per i propri diritti, di avventurarsi tra le cronache del passato e attingere a miti e leggende, per offrire l’immagine di un’età remota in cui gli abitanti della Sardegna vivevano in armonia con la natura e – come racconta il vecchio Antonio Setzu – «a parte la follia di ucciderci l’un l’altro per motivi irrilevanti, eravamo felici».
Per informazioni: biglietteria.teatrotse@gmail.
COMUNICATO del 09.04.2025
Viaggio tra le storie e le emozioni con “Io non lo so cosa sia giusto” – Omaggio a Sergio Atzeni, un intrigante recital liberamente tratto dalle opere dello scrittore tragicamente scomparso nell’estate di trent’anni fa, uno degli autori più interessanti e significativi della letteratura italiana e sarda contemporanea, ideato e interpretato da Stefano Ledda, che firma anche adattamento, scenografia e regia, in cartellone sabato 12 aprile alle 20.30 al TsE di via Quintino Sella nel cuore di Is Mirrionis a Cagliari per la Stagione 2024-2025 di Teatro Senza Quartiere organizzata dal Teatro del Segno, nell’ambito del progetto pluriennale “Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro” (2017-2026), con il patrocinio e il sostegno della Regione Sardegna e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
Una preziosa antologia, che spazia tra l’“Apologo del giudice bandito”, “Il figlio di Bakunìn” e “Passavamo sulla terra leggeri” (Sellerio) e “Il quinto passo è l’addio” (Il Maestrale), per riscoprire la cifra insieme immaginifica e crudamente realistica di Sergio Atzeni: Stefano Ledda (voce narrante) sfoglia le pagine di alcuni dei più celebri romanzi dello scrittore nel comporre un vivido affresco della Sardegna di oggi e di ieri. “Io non lo so cosa sia giusto” (produzione Teatro del Segno) attinge alle pagine intricate e avvincenti su un auto da fé dell’Inquisizione contro le locuste che infestavano la Sardegna (tema di ascendenza “biblica” eppure sorprendentemente attuale) nel fatidico 1492, anno della “scoperta” dell’America da parte di Cristoforo Colombo, come al ritratto “corale” del “rivoluzionario” Tullio Saba, protagonista delle lotte dei minatori, alla reinvenzione di memoria mitica dell’Isola, con il popolo dei S’Ard, i “danzatori delle stelle” in un’epoca remota in cui «a parte la follia di ucciderci l’un l’altro per motivi irrilevanti, eravamo felici» fino ai rimandi (quasi) autobiografici di un intellettuale amareggiato e deluso che sceglie di lasciare la sua terra e le sue radici per percorrere le vie del mondo in cerca di fortuna.
Sotto i riflettori, insieme all’attore e regista cagliaritano Stefano Ledda, anche autore di uno dei monologhi inseriti nel testo, i musicisti Juri Deidda (al sassofono) e Tancredi Ermanno Emmi (al contrabbasso) che disegnano la colonna sonora del recital in una mise en scène sobria e essenziale ma fortemente evocativa: «la narrazione prende vita nello spazio sospeso tra luce e ombra, dove una lampadina tremolante diventa, di volta in volta, il bagliore di una cucina disadorna di periferia, il chiaroscuro di una baracca, l’oscurità profonda di una miniera». “Io non lo so cosa sia giusto” è un itinerario insieme letterario e umano, attraverso un lingua densa impreziosita da vocaboli del lessico sardo accanto alle citazioni in spagnolo, in un felice amalgama che possiede una sorta di musicalità, e riflette la civilt stratificata e multietnica frutto di secoli di commerci e scambi ma soprattutto di invasioni e dominazioni straniere. Focus sulla poetica di Sergio Atzeni, uno scrittore capace di dialogare con il mondo raccontando le vicende vere o fantastiche, leggendarie o verosimili dell’Isola al centro del Mediterraneo. Nei suoi libri la realtà appare trasfigurata, le verità più crudeli assumono talvolta toni lirici, in un’atmosfera onirica e sospesa, mentre al contrario quel che potrebbe apparire semplice e perfino rassicurante nella sua normalità e nella banalità del quotidiano si mostra, in un’analisi più accurata, in tutte le sue sfaccettature.
“Io non lo so cosa sia giusto” – titolo e per certi versi tema centrale del recital, che si interroga sulla complessità e sulle contraddizioni dell’animo umano – rappresenta un personale tributo di Stefano Ledda a uno degli autori che più ha amato e ammirato e da cui ha tratto ispirazione per il suo percorso di ricerca nell’ambito di un teatro civile capace di coniugare etica e estetica. Tra i fils rouges dell’opera di Sergio Atzeni, spicca l’ironia, sottile e pungente, perfino caustica, non disgiunta da un senso forte di empatia se non di compassione (nel senso etimologico) per i più sventurati tra i suoi personaggi, quella rara capacità di mettersi nei panni scomodi degli irregolari e dei ribelli, degli emarginati per nascita o per sorte, di immergersi nei labirinti della mente e dar corpo ai fantasmi e ai dubbi, oltre che di scherzare quasi sulle situazioni drammatiche per sottolineare e sovvertire le beffe del destino, privilegiando la leggerezza o al contrario affrontare gli abissi dell’introspezione. Lo sguardo come le parole di Sergio Atzeni non risultano mai banali, l’acuta sensibilità e la lucida consapevolezza di un intellettuale moderno si sposano nelle sue opere alla poesia, con cui si è pure cimentato con esiti interessanti, come testimonia il volume “Versus” (la raccolta postuma edita da Il Maestrale, che racchiude svariate composizioni, da “Quel Maggio 1906”, che diventa la “Filastrocca di quando buttavano a mare i tram” al poemetto “Due colori esistono al mondo, il verde è il secondo”, fino alle rime in sardo , nello stile dei “muttettus”).
Sulle note del sax di Juri Deidda e del contrabbasso di Tancredi Ermanno Emmi, la voce di Stefano Ledda conduce gli ascoltatori tra gli aspri paesaggi di una terra antica, dove l’arrivo delle locuste e il conseguente processo diventano pretesto per narrare una molteplicità di storie nel formidabile “Apologo del giudice bandito”, che anticipa la fine della Modernità mentre ne “Il figlio di Bakunìn” le vicende (e poi la misteriosa “sparizione”) del protagonista hanno come sfondo il Ventennio fascista, tra impegno sul piano politico e nelle questioni sociali e distrazioni erotico- sentimentali. Il fascino di una civiltà ancestrale, tra archeologia e invenzione, affiora nelle righe di “Passavamo sulla terra leggeri”, un romanzo sulle ipotetiche origini dei sardi mentre riflette appieno il disincanto e magari la rabbia di una generazione tradita dai padri e derubata dei sogni e del futuro “Il quinto passo è l’addio”, con un finale che a un gusto insieme di sconfitta e rinascita.
TEATRO SENZA QUARTIERE 2024-2025 – I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Focus sulla drammaturgia contemporanea, tra ironia e pathos, con la Stagione 2024-2025 di Teatro Senza Quartiere organizzata dal Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda, al TsE di Is Mirrionis in via Quintino Sella a Cagliari – nell’ambito del progetto pluriennale “Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro” 2017-2026 – con il patrocinio e il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Cagliari e con il contributo della Fondazione di Sardegna. Dodici titoli in cartellone da ottobre a maggio con artisti e compagnie di rilievo sulla scena isolana e nazionale: una programmazione interessante e variegata, tra spettacoli e concerti, per affrontare attraverso i linguaggi della scena temi universali e questioni di scottante attualità.
Affascinanti intrecci fra letteratura e teatro – sabato 26 aprile alle 20.30 – con “Piccoli equivoci senza importanza”, uno spettacolo di e con Simeone Latini dall’omonima raccolta di racconti di Antonio Tabucchi, con allestimento luci e direzione tecnica di Lele Dentoni, produzione Akrama / Teatro Stabile d’Innovazione. Un viaggio simbolico e reale, tra frammenti del passato e vaghe fantasticherie, tra strani incontri e situazioni insolite e paradossali, descritti con una cifra ironica e surreale che talvolta lascia spazio al dramma, in una vertiginosa giostra dei sentimenti. «Nei racconti, che a una prima lettura sembrerebbero avventure esistenziali, ritratti di viaggiatori della vita ironici e disperati, l’apparente s’intona fra il reale e il narrato, o meglio fra l’avventura vissuta e il suo senso, diventa all’improvviso turbamento e sconcerto, come per uno spaesamento epistemologico, una sorta di doppiaggio fuori sincronia, come quando le parole pronunciate non corrispondono ai movimenti delle labbra di chi le pronuncia». Antonio Tabucchi affermava ce «le cose fuori luogo esercitano su di me un’attrazione irresistibile, quasi fosse una vocazione» e Simeone Latini porta in scena un interessante catalogo di «malintesi, incertezze, comprensioni tardive, inutili rimpianti, ricordi forse ingannevoli, errori sciocchi e irrimediabili».
Il fascino ambiguo del mondo dell’informazione – sabato 3 maggio alle 20.30 – con “Wet Floor” di Fabio Pisano, con Daniel Dwerryhouse e Federico Giaime Nonnis, per la regia di Maria Assunta Calvisi, nuova produzione de l’Effimero Meraviglioso: l’incontro tra un giornalista di successo, dotato della necessaria dose di cinismo e spregiudicatezza e un addetto alle pulizie sfocia in un sequestro di persona, in un dramma moderno sul filo della suspense, che mette l’accento sul ruolo della stampa nell’era dei social media. “Wet Floor”– un titolo che allude al classico cartello che segnala un “pavimento bagnato” e interdice il passaggio in attesa che asciughi – attraverso una storia estrema, in qualche modo paradossale, come sottolinea la regista Maria Assunta Calvisi, «pone la questione, quantomai attuale, dell’informazione, della verità delle notizie e non solo del giornalismo, ma dei social che le amplificano senza una verifica seria e puntuale generando, a volte, drammi irreparabili». Nel dialogo tra i due uomini, emergono le intenzioni del “sequestratore”, ce vorrebbe “punire” il giornalista per il suo modo di usare le notizie e diffonderle in maniera approssimativa e scorretta, ma non si tratta (solo) di un’azione simbolica, ma anche di una sorta di vendetta personale da parte di una delle vittime delle fake news… e intanto inevitabilmente l’eco mediatica si diffonde, con esiti imprevedibili e inquietanti.
Un ironico affresco della società – sabato 17 maggio alle 20.30 e domenica 18 maggio alle 19.30 – con “L’Onorevole, il Poeta e la Signora” di Aldo De Benedetti, con Lorenzo Flaherty, Francesco Branchetti e Isabella Giannone, musiche di Pino Cangilosi e regia di Francesco Branchetti, produzione Associazione Culturale Foxtrot Golf tra maliziosi giochi di seduzione e pericolosi giochi di potere. Il fascino di Paola, donna raffinata e elegante oltre che brillante giornalista, non lascia indifferente Leone, un onorevole, il quale l’invita a casa sua, ma le sue avances rimangono senza seguito e l’ospite riesce abilmente a sottrarsi a quelle attenzioni evidentemente poco gradite, mettendolo in imbarazzo. Un testimone della serata malriuscita, Piero, un poeta squattrinato, introdottosi nella dimora dell’uomo politico, si trova così nella posizione di poter intessere una sorta di ricatto o comunque di lasciar supporre che voglia approfittarne a proprio vantaggio. Da questo casuale incrocio di destini scaturiranno «una serie di eventi che cambieranno la vita dei due uomini, in un susseguirsi di qui pro quo, di equivoci esilaranti con scambi di persona che avranno imprevedibili conseguenze, non tutte piacevoli, ma comunque di irresistibile comicità, in un fitta trama di allusioni, riferimenti, scambi di persona» che segna il trionfo dell’intelligenza.
Il TsE di Is Mirrionis a Cagliari ospita anche corsi e stages, oltre a rassegne e festivals, con spettacoli e concerti, proiezioni cinematografiche, mostre e incontri, e una serie di iniziative culturali rivolte al quartiere e alla città: in programma, oltre agli spettacoli della Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2024-2025, anche il Laboratorio Permanente sulle “Tecniche di Non Recitazione” diretto da Stefano Ledda per attori e allievi attori oltre al progetto “MonologArte” a cura di Stefano Ledda, incentrato sul lavoro sul personaggio in pièces “per voce sola”, con incontri settimanali e esito scenico finale al TsE.
Riparte dal TsE il progetto “Sardegna 2024-2025 – Rovinarsi è un Gioco” a cura del Teatro del Segno, per contrastare la diffusione del gioco d’azzardo patologico attraverso la forza espressiva e comunicativa delle arti della scena, con lo spettacolo “GAP / Gioco d’Azzardo Patologico – rovinarsi è un gioco” di e con Stefano Ledda sulla storia emblematica di un giocatore di videopoker, con una serie di matinées per le scuole e spettacoli serali e incontri con esperti, psicologi e operatori dei SERD con l’obiettivo di sensibilizzare e informare specialmente le generazioni più giovani sulle insidie celate dietro un “innocuo passatempo” che può indurre, in determinate circostanze, una forma di “dipendenza” come una vera e propria droga.
Nel mese di giugno spazio a una nuova edizione di “Teatro e Marmellata”, la rassegna dedicata a giovanissimi e famiglie organizzata dal Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda che comprende anche laboratori a misura di bambine e bambini.
E ripartono i progetti L’Ora di Teatro per i più piccoli e Il Teatro parla con la Scuola per ragazzi e adolescenti, con l’intento di far scoprire il meraviglioso gioco del teatro e far avvicinare le nuove generazioni ai linguaggi della scena, affrontando temi vicini alla loro sensibilità e di forte attualità.
INFO & PREZZI
abbonamento x 12 spettacoli
intero: 135 euro – ridotto residenti Is Mirrionis: 110 euro – ridotto studenti: 80 euro
Card 5 spettacoli 2024 | 5 spettacoli 2025
intero 65 euro – ridotto residenti Is Mirrionis: 50 euro
Card 3 spettacoli Stagione 2024-2025
intero 40 euro
biglietti:
intero 15,00 euro – ridotto 13,00
riduzioni per residenti quartiere Is Mirrionis – under 25 /over 65 – abbonati CeDAC
Speciale Teatro Senza Quartiere + Teatro e Marmellata
Se due adulti acquistano 2 abbonamenti per la Stagione 2024 – 2025 di Teatro Senza Quartiere, avranno diritto a 1 abbonamento omaggio per la Stagione di Teatro Ragazzi Teatro e Marmellata 2025
INFO e prenotazioni
biglietteria.teatrotse@gmail.
IL PROGETTO
Il TsE – spazio “ritrovato” e palcoscenico aperto alla città – è il fulcro di un progetto pluriennale di “teatro sociale”, nato con l’idea di offrire un’alternativa e un’opportunità agli abitanti del quartiere e in particolare alle giovani generazioni: un riuscito “esperimento” culturale, capace di intercettare e valorizzare risorse e talenti e insieme di rispondere a istanze e problemi, affrontando argomenti delicati e complessi come il gioco d’azzardo patologico e il fenomeno sempre più diffuso delle truffe ai danni degli anziani. L’arte della rappresentazione come sintesi del reale e proiezione dell’immaginario, capace di dar corpo ai sogni (e agli incubi) del mondo contemporaneo, con un palcoscenico “pulsante” di emozioni trasfigurate in parole, suoni e visioni e un luogo d’incontro e confronto parte integrante della vita culturale e sociale della comunità.
Tra le incertezze del presente, ma guardando al futuro: il progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” proseguirà per un altro quinquennio, in virtù della proroga della convenzione che affida lo storico cineteatro parrocchiale di Sant’Eusebio, ora divenuto TsE, al Teatro del Segno fino al 2026. Un teatro “abitato” che pure nei mesi difficili della pandemia, sempre nel rispetto delle regole e delle distanze, con uso di mascherine e sanificazioni, ha ospitato prove e allestimenti, rigorosamente “a porte chiuse”, e la nascita della nuova creazione del Teatro Tages.
La Stagione di “Teatro Senza Quartiere” 2024-2025 si inserisce nel progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2026 a cura del Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda – in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Eusebio di Cagliari e con il patrocinio e il sostegno dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e dell’Assessorato alla Cultura e Spettacolo del Comune di Cagliari, e con il contributo della Fondazione di Sardegna.
Fondamentale l’apporto di partner e sponsor privati, a partire dal main sponsor IMOBILIANDO di Roberto Cabras che sostiene l’intero progetto quinquennale, come dell’azienda Fratelli Argiolas carpenteria metallica, grazie alla quale sono stati realizzati alcuni degli adeguamenti tecnici del palcoscenico e del teatro e il partner tecnico DUBS Organizzazione Tecnica per lo Spettacolo di Bruno Usai.
Il progetto “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2026 vede in prima fila, accanto al Teatro del Segno, il Comitato la Casa del Quartiere – Is Mirrionis, La compagnia Salvatore della Villa, La Parrocchia di Sant’Eusebio, il Teatro Tages, La Cooperativa Passa Parola, Il Teatro Impossibile, La società Cooperativa Tazenda, l’Accademia Internazionale della Luce, il Baracco Teatro dei burattini, l’Associazione Culturale Musicale Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt”, la Compagnia dei Ragazzini di Cagliari diretta da Monica Zuncheddu, e il CeDAC (Centro Diffusione Attività Culturali) che organizza il Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.
La compagnia:
Il Teatro del Segno / Laboratorio di Produzione Teatrale nasce – il 12 Gennaio 2009 – dall’esigenza dei suoi fondatori e del direttore artistico Stefano Ledda, di dirigere in maniera più spiccata la propria produzione artistica e la propria attività didattica verso il teatro sociale e verso interventi mirati alla diffusione della cultura teatrale.
Il Teatro del Segno è una compagnia professionale di produzione, un gruppo aperto ai diversi aspetti dell’espressività che ricerca attraverso la sperimentazione di percorsi creativi diversi, il segno scenico indispensabile alla comunicazione dell’emozione e del senso.
Il Teatro del Segno cura progetti come “Rovinarsi è un Gioco” e “Senza Fiato” e organizza, oltre alla Stagione di “Teatro Senza Quartiere” e alla rassegna “Teatro e Marmellata” al TsE, il Festival “Percorsi Teatrali” a Santu Lussurgiu e il Festival “Palcoscenici d’ Estate” ad Allai, in collaborazione con “Intersezioni / rete di festival senza rete” a cura di Fed.It.Art. Sardegna.